“A causa del Covid-19 la regione Sardegna sta vivendo una situazione sanitaria emergenziale, con ospedali sotto pressione e reparti non in grado di accogliere nuovi ingressi. Si rende quindi necessario prevenire il più possibile ulteriori ingressi in tali strutture, in particolare quelli legati ad attività non necessarie e che mettono a rischio la sicurezza pubblica, quali l’attività venatoria”, è quanto si legge in una nota stampa della LAV Cagliari circa il rapporto tra crisi sanitaria e attività venatoria nell’Isola.

“Gli incidenti, spesso gravi, che l’attività venatoria inevitabilmente comporta ogni anno rischierebbero di mettere in crisi e paralizzare le già sovraccariche strutture sanitarie regionali, impegnando mezzi e personale di soccorso in terreni spesso impegnativi. Per questo le sedi LAV di Cagliari e Sassari hanno chiesto al Governatore della Regione Sardegna Solinas di sospendere la stagione venatoria 2020-21”, prosegue il comunicato.

“Tralasciando per un secondo le sofferenze e le morti che la caccia causa a milioni di esseri viventi, questa pratica cruenta è causa diretta di incidenti gravi e mortali alle persone – dichiara LAV – che in questo specifico contesto sanitario emergenziale rappresentano un grave rischio per la salute di tutti i sardi. La stagione venatoria 2019-20 ha consegnato alla Sardegna il primato nella classifica delle vittime umane della caccia: ben 12 (3 MORTI, 8 cacciatori FERITI, 1 non cacciatore FERITO) su un totale in tutta Italia di 95 (27 morti e 68 feriti)*. A questi numeri vanno aggiunti quelli dei cacciatori vittime di cadute, infarti o altra causa che non siano armi da caccia. L’età media dei cacciatori (meno di 35.000 in Sardegna) si aggira intorno ai 60 anni con punte che superano i 75 anni. Cittadini, cacciatori e non, che potrebbero andare a sovraccaricare i pronto soccorso e gli ospedali sardi già in crisi”.

“Oltre agli inevitabili incidenti si aumenta il rischio di diffusione del virus per via degli assembramenti delle battute di caccia, delle attività rituali post caccia con il rischio spillover (il salto di specie di un patogeno che dagli animali passa agli esseri umani) dovuto al contatto col sangue degli animali selvatici uccisi. Numerose attività molto meno rischiose sono già vietate ai cittadini per ridurre i rischi di contagio. Alla luce di queste considerazioni LAV confida in un atto indifferibile e responsabile di sospensione della stagione venatoria 2020/21 per gravi motivazioni sanitarie come già previsto all’art.19 comma 1 della legge 157/92 sulla caccia, a tutela della salute dei cittadini sardi”, conclude la nota.