Debiti e gelosie. Sembrano essere questi i motivi dell’omicidio avvenuto a Casale Monferrato, in un alloggio al primo piano di via Caccia 104. Vittima Fabio Spiga, 43enne originario di Recco (Genova), colpito dal marito Luca Meloni, coetaneo e originario di Cagliari, al culmine di un litigio. Una trentina le coltellate, secondo le informazioni che trapelano dalle indagini della polizia coordinate da Davide Pretti, magistrato in forza alla procura di Vercelli, competente sul territorio di Casale (Alessandria). La violenza risalirebbe a due giorni fa. Ad avvisare questa mattina le forze dell’ordine sarebbe stato lo stesso Meloni, a lungo interrogato dagli inquirenti.

“Venite, ho ucciso mio marito”, la richiesta di aiuto dell’uomo al numero di emergenza del commissariato. Gli agenti, una volta sul posto, lo hanno trovato in forte stato di agitazione nell’appartamento. Il cadavere del compagno, sposato civilmente nel 2017, era in una pozza di sangue in camera da letto. Secondo una prima ricostruzione, lunedì sera dopo un litigio Meloni era uscito di casa per distrarsi, soffermandosi in un bar ed incontrando alcuni amici. Al suo rientro, intorno alle 22, la discussione era ripresa tra accuse e insulti reciproci, fino alle coltellate, inferte su tutto il corpo della vittima con un coltello da cucina.

Sotto choc, l’omicida ha trovato comunque la forza di incontrarsi con degli amici e di trascorrere la notte a casa di uno di questi, alternando ore in casa e fuori fino a questa mattina. Quando, stremato, ha chiamato la polizia. La vittima era dipendente del supermercato Eurospin di Casale, dove era diventato responsabile delle vendite. Aveva lavorato un anno in Inghilterra e parlava molto bene l’inglese. Appassionato d’arte, aveva fatto il liceo artistico e frequentato per qualche anno l’Università. I conoscenti lo descrivono come una persona colta. Sconvolti per quanto accaduto i suoi colleghi come i compagni di scuola.

“Voglio ricordarti così Fabietto, spensierato e sorridente” scrive su Facebook Giorgia Rea postando una foto di gruppo di una recente rimpatriata con gli ex compagni. “Non mi sembra vero, penso alla scuola, al treno a tutte le volte che studiavamo insieme a casa tua. Una tragedia”, commenta Licia Lagomarsino. Tra cuoricini e faccine che piangono traspare il ricordo “di un’anima buona”, come scrive Gina Cusumano. Nessuno sembra fosse al corrente dei problemi col marito, ancora sotto interrogatorio. Gli inquirenti continuano infatti a lavorare per verificare la fondatezza della ricostruzione e emettere la misura cautelare nei confronti dell’omicida.

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