“Sprovvisti delle mascherine di protezione FFp2, esposti al contagio, il nostro lavoro è a rischio”. A denunciarlo è il sindacato dei lavoratori Uil Scuola Sardegna, che in questa occasione si fa portavoce degli insegnanti dell’Infanzia dell’Isola. “Il Miur – denunciano i docenti – non ci fornisce queste mascherine filtranti e ci mette a disposizione solo le chirurgiche, che proteggono gli altri dalle emissioni di droplet, ma non chi le indossa. Per cinque ore al giorno siamo a contatto con oltre venti alunni”.

Nella fascia di età tra i 0 e i 6 anni, ricordano, i bambini hanno necessità di relazionarsi, socializzare e muoversi. “Per questo motivo la ministra Azzolina sosteneva in diverse dichiarazioni pubbliche che, non essendo predisposto il distanziamento fisico nelle scuole dell’infanzia, per scongiurare l’esplosione di eventuali focolai di contagio sarebbe stato necessario dividere le sezioni in piccoli gruppi e assumere un maggior numero di docenti. Ma tutto – attaccano i docenti – si è risolto in un nulla di fatto: l’assetto didattico-organizzativo delle scuole dell’Infanzia non è cambiato. Si continua a operare con gruppi di 20 /23 bambini negli stessi edifici scolastici, facendo i salti mortali per rispettare il protocollo sanitario anticovid-19. Lavorare in queste condizioni, in spazi chiusi e affollati, è difficile. Il minimo che si possa fare è metterci nelle condizioni di lavorare in sicurezza con i dispositivi giusti”.

Il segretario regionale della UIL Scuola, Giuseppe Corrias, chiede quindi che il Governo e la Regione intervengano prontamente per la tutela della salute degli insegnanti fornendo Dpi adeguati alla specificità della Scuola dell’Infanzia.