“I casi di positività al Coronavirus sono in aumento: a Quartu superano ormai le cento unità, mentre a livello regionale oggi abbiamo toccato il record negativo di 362 positivi. Questi dati, in crescita come lo sono quelli a livello nazionale, ci dicono che abbiamo sprecato il tempo a disposizione per contrastare con misure efficaci l’arrivo della seconda ondata del virus, ampiamente prevista da tutti gli scienziati, italiani e non solo”. Così il candidato alla carica di Sindaco per la città di Quartu, Graziano Milia, nell’imminenza della nuova ordinanza regionale in ambito Covid, e a pochi giorni di distanza dal varo del Dpcm nazionale del governo Conte.

“Abbiamo di fronte a noi una crisi sempre più complessa: sanitaria, economica e sociale. Il balletto delle responsabilità tra il governo nazionale di Giuseppe Conte e l’esecutivo regionale guidato da Christian Solinas non fa che acuire i problemi ritardando la ricerca di soluzioni efficaci per contenere il disagio dei cittadini e delle categorie più colpite dalla crisi: dall’ambito sanitario al settore della ristorazione, al commercio, al popolo delle partite Iva, per finire con i nostri giovani e con i nostri anziani, che stanno finendo col pagare il prezzo emotivo più alto di tutti in questa situazione”.

“In tutti questi mesi ho preferito non esprimere giudizi sulla difficile emergenza che stiamo attraversando – prosegue Graziano Milia – Da amministratore so che affrontare situazioni inedite richiede fermezza e unità, ma dopo aver visto gli ultimi dati locali sul contagio è doveroso un richiamo alla responsabilità non soltanto dei cittadini ma di tutte le forze politiche e istituzionali, che hanno responsabilità di governo. Hanno fallito tutti dietro la ricerca esasperata del consenso. Non si governa con i sondaggi, si governa ricercando le scelte più giuste. Tutti noi siamo disposti a fare sacrifici, purché dietro ci sia un obiettivo veramente comune. La Sardegna – lamenta – oggi si risveglia da isola felice a territorio fertile per il virus, a causa della disorganizzazione sanitaria che vede oggi interi reparti ospedalieri al collasso, con l’incapacità di far fronte alle altre patologie e di programmare l’ordinaria prevenzione”.

“Governo e Regione danno l’impressione di navigare a vista. Ma soprattutto hanno instillato in tutti noi il virus più pericoloso: quello dell’ansia e della paura”, conclude Milia.