Produzione di olio extravergine d’oliva quasi dimezzata: tra i 45 e i 50 mila quintali, circa il 45% in meno rispetto alle medie annue ordinarie che si aggirano intorno agli 85mila quintali. Unica consolazione: tutto sarà di altissima qualità. Sono le stime di Apos (associazione produttori olivicoli sardi) e Coldiretti Sardegna.

“La stagione quest’anno è partita con largo anticipo (il 20 settembre), rispetto alla solita apertura dei frantoi a fine ottobre – spiega l’agronomo di Apos, Nicola Garippa -. Nel fine settimana, con l’apertura di Lanusei, tutti i frantoi saranno in piena attività. Gli eccessi di caldo di questa estate hanno accorciato il ciclo delle piante che poi ristorate dalle abbondanti piogge di inizio autunno sono state portate nelle condizioni ottimali in anticipo. Inoltre – evidenzia – le aziende, anticipano la raccolta perché hanno tecniche di produzione più raffinate e sono sempre più attente alla qualità”.

L’anno scorso la produzione era stata abbondante al nord Sardegna e disastrosa nel sud. Quest’anno – secondo le previsioni degli esperti – anche il meridione dell’Isola sembra recuperare (eccetto Oristano dove le gelate tardive hanno lasciato un pesante segno), mentre nel centro e nord si registrerà una sostanziale tenuta.

“Nonostante fortemente condizionata dagli eventi calamitosi che influiscono pesantemente sulle quantità delle produzioni – sottolinea il presidente di Coldiretti Sardegna Battista Cualbu – grazie ad aziende agricole sempre più strutturate e aperte all’innovazione cresciamo nella qualità e siamo ai primi posti in Italia e nel mondo come confermano i numerosi riconoscimenti che conquistiamo nei più importanti concorsi e rassegne nazionali e internazionali”. La Sardegna conta circa 34mila aziende del settore. La superficie coltivata ad olivo è di oltre 39mila ettari (oltre il 3% di quella italiana) e conta oltre 6 milioni di piante (il 2,8% circa del patrimonio italiano). Circa il 40% dell’olio extravergine è prodotto nel Sassarese, mentre oltre il 60% delle olive da mensa nel sud Sardegna. La varietà di gran lunga più coltivata è la “Bosana” (circa il 60%) soprattutto nel Nord Sardegna, ma anche la Semidana si sta diffondendo in tutta l’isola.