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‘No’ ai nuovi progetti in via di esecuzione. La protesta arriva da Italia Nostra Sardegna, Cia regionale, Cobas di Cagliari e Usb Sardegna, contrari agli otto nuovi progetti di impianti eolici e 53 fotovoltaici per un totale di quasi 5.000 ettari di superficie occupata, di cui 3.000 di suolo agricolo, e 2.240 MW di potenza complessiva. Un valore, secondo le sigle, superiore al totale installato fino a oggi in tutta la Sardegna.

Le richieste avanzate dalle organizzazioni puntano sulla sospensione, con annullamento immediato, di tutti i progetti posti in aree agricole, “comprese quelle che sulla carta risultano aree industriali, e l’avvio di un tavolo di concertazione in cui si mettano le basi per l’elaborazione di un piano strategico generale”.

“Oltre a compromettere irreversibilmente il patrimonio ambientale e paesaggistico, i progetti, se approvati, non farebbero altro che accrescere il già confuso quadro energetico, complicando ulteriormente la gestione della produzione e della distribuzione elettrica”, spiegano. Le quattro sigle ritengono che le vere priorità riguardano l’ammodernamento della rete, un’attenta programmazione dei consumi, la messa a disposizione di idonei sistemi di accumulo e il taglio drastico dei consumi.

“Per questa ragione – sottolineano – come dimostrato nella proposta presentata al Mise, ‘Sardegna, Isola Zero CO2 – phase out 2025’, gli sforzi devono essere doverosamente indirizzati alla riorganizzazione profonda del presente piuttosto che all’inutile e dannosa proliferazione di grandi impianti di produzione. In questo scenario, infatti, ogni ulteriore aggiunta di impianti di produzione non farebbe altro che andare a peggiorare una situazione. Questa non è la transizione che serve alla Sardegna”.