Nascono nella regione Sardegna tre nuovi presidi Slow Food: il pecorino dell’alta Baronia, la fresa di Ittiri e l’axridda di Escalaplano. I presidi sono supportati dal ministero del Lavoro e delle politiche sociali. L’iniziativa – spiega una nota – vuole essere “il primo passo per supportare produttori che non si arrendono alle logiche dell’industria casearia”.

Viene ricordato nel particolare che nel 2019 “molti pastori sardi hanno protestato per il prezzo del latte, sceso ad appena 60 centesimi al litro”. Oggi in Sardegna – segnala l’associazione internazionale no profit impegnata a ridare valore al cibo – vivono un milione e mezzo di persone dove vengono allevati circa tre milioni di pecore, un numero di capi che garantisce il 70% del totale del latte ovino prodotto in Italia”. Si sottolinea che “gran parte, oltre il 50%, viene lavorato per diventare Pecorino Romano Dop, il cui prezzo di vendita influisce sulla cifra corrisposta agli allevatori per il latte conferito ai caseifici industriali, che lo producono”.

“Ora la sfida, con l’iniziativa intrapresa – viene affermato – è dunque coinvolgere nuovi pastori”. Il Pecorino dell’alta Baronia è un formaggio a latte crudo di forma cilindrica, con un diametro di 25-40 cm e un peso che oscilla tra i 3 e i 10 chili. Il nome del prodotto deriva dell’area sita nel parco naturale dell’Oasi di Tepilora. Fresa di Ittiri è formaggio di pecora fresco con una consistenza molto morbida e si produce tra Sassari ed Alghero. Axridda di Escalaplano è un pecorino che dopo almeno cinque mesi viene ricoperto di argilla, estratta da una cava poco distante da Escalaplano.