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Nella giornata di oggi si è tenuto un confronto informale tra il Governo e le associazioni commerciali, durante il quale si è discusso della possibilità di rinviare il Black Friday, ma dal vertice è emerso che non ci sono ad oggi le condizioni per uno spostamento in avanti della data. La notizia è stata appresa da fonti di governo, che spiegano che i Ministeri dell’Economia e dello Sviluppo Economico hanno effettuato un sondaggio informale con le associazioni dei commercianti e della grande distribuzione, ma non è stata trovata una posizione unitaria di tutti i soggetti interessati.

“Consideriamo misera, tardiva, sostanzialmente inutile e un po’ penosa” la proposta di rinviare il Black Friday, chiedendo ad Amazon di aspettare a fare le proprie offerte.

“Non abbiamo nessun interesse in questa iniziativa: è più importante per noi avere norme per competere ad armi pari”. Così Davide Rossi, direttore generale di Aires Confcommercio, l’associazione che riunisce le principali catene e i maggiori gruppi attivi nella vendita di apparecchiature elettriche ed elettroniche in Italia, commenta il dibattito sulla proposta di rinviare il Black Friday per consentire ai piccoli negozi, ancora sottoposti alle restrizioni legate al Covid, di competere con l’ecommerce. “Oggi c’è un’asimmetria che favorisce i colossi del web, non solo dal punto di vista fiscale, ma anche da quello delle responsabilità verso i consumatori”, afferma Rossi, spiegando che Amazon è considerato dalle normative come un mero intermediario, e “incassa senza nessun obbligo o responsabilità”, ma nei fatti ormai è “un venditore al dettaglio” a tutti gli effetti. Sarebbe quindi più opportuno, secondo Rossi, che “si mettesse mano immediatamente al tema della fiscalità”: quindi sì alla web tax e ad altre misure anti-elusione, ma anche si procedesse con urgenza ad “un’impostazione delle norme” che consenta “una concorrenza ad armi pari e che imponga alle piattaforme di intermediazione online forme di responsabilità oggettiva a fronte di vendite irregolari effettuate da terze parti ospitate nei cosiddetti ‘marketplace””.

“Il Black Friday in programma per il prossimo 27 novembre e 4 dicembre non può tenersi a beneficio solo dei grandi gruppi di vendita online. Non sarebbe corretto, tenere questo importante appuntamento commerciale all’insegna degli sconti, qualora nelle prossime due settimane la mobilità dovesse rimanere ancora bloccata ed i negozi chiusi. Deve essere garantita la vendita a tutti gli esercenti”. Lo dichiara in una nota il presidente nazionale della Fapi (Federazione autonoma piccole imprese), Gino Sciotto. “È opportuno consentire a tutte le piccole attività commerciali – aggiunge – di poter lavorare in occasione delle festività natalizie in cui si spera ci possa essere un aumento dei consumi delle famiglie. Non dobbiamo dimenticare che il lockdown ha imposto nuove forme di acquisti, facendo vivere un black year alle piccole attività commerciali italiane e consentendo, invece, ai grandi gruppi delle vendite online di ricevere un impennata di fatturato”. “Al Governo chiediamo di non ignorare le piccole attività commerciali immaginando che basti quanto sarà elargito con il dl ristori. È necessario – conclude – un riavvio delle vendite per consentire ai commercianti di far fronte a tutti gli impegni di spesa che non sono solo le tasse e i contributi, ma anche fitti, prestiti, fornitori e dipendenti”.

Rinviare il Black Friday “da un punto di vista di principio darebbe un segnale importante” ai negozi, sul fatto che “non ci sono solo ristori, ma atti politici”. Così il segretario generale di Confesercenti, Mauro Bussoni, torna sulla richiesta di rinviare il venerdì delle super vendite di una settimana, richiesta che proprio Confesercenti ha avanzato ieri con una lettera al presidente del Consiglio Conte. In questa situazione, spiega Bussoni, con “una buona percentuale di imprese chiuse” per le restrizioni legate al Covid, “si crea una condizione di impossibilità di competere e di effettuare vendite in modo diretto. L’incertezza inoltre porta molti ad anticipare gli acquisti natalizi, quindi questo Black Friday rappresenta un’occasione ghiottissima e se le imprese sono chiuse e opera solo l’on line è necessario garantire la concorrenza”. In ogni caso, precisa Bussoni, “la nostra battaglia non la facciamo contro Amazon, con il quale peraltro abbiamo avviato dei colloqui per valutare possibili sinergie, ma è una battaglia contro un sistema che in questa situazione favorisce l’online. E’ un sistema che deve essere riequilibrato”.

“Piuttosto che parlare di Black Friday in termini di date da anticipare o spostare, noi vogliamo attirare l’attenzione sulla necessità di una web tax, che è quello che serve per avere un mercato a parità di regole”. Così il segretario generale dei Federazione Moda Italia-Confcommercio, Massimo Torti, interviene sul dibattito in corso sull’ipotesi di spostare il Black Friday così come fatto in Francia. “È fondamentale l’applicazione ai colossi del web di una web tax effettivamente proporzionale ai ricavi ottenuti nel nostro Paese. È una questione di democrazia economica che si traduce nel principio di ‘stesso mercato stesse regole’ e di doveroso riconoscimento della funzione sociale dei negozi che illuminano animi e strade delle nostre città, rendendole più vivibili, sicure, pulite e decorose”, sottolinea Torti. “Questo è un evento che dovrebbe attirare l’attenzione più sui problemi che hanno i piccoli negozi a vivere su un mercato con difficoltà estreme”, spiega Torti, ricordando che ad esempio i produttori di moda comprano 8 mesi prima: “Rischiamo, nel miglior periodo delle vendite, che è novembre-dicembre, di dover far fronte a vendite minimizzate da questo grande evento. Perdere questo momento fondamentale di vendita potrebbe significare la chiusura di molte attività che non potranno far fronte a tutti i costi (personale, affitti, fornitori, tasse, utenze, ecc…), senza entrate”. “Chiediamo al Governo di permetterci di fare impresa e riaprire nel rispetto dei protocolli e delle linee guida per la salute e indennizzi al dettaglio e ingrosso moda a prescindere dalle zone, una rottamazione dei magazzini e altre misure di sostegno”, e ai consumatori “di fare acquisti, regali e ordini nei negozi di fiducia e di prossimità. Saranno acquisti – conclude – sicuramente apprezzati, utili e intelligenti”.