Cagliari, tricolore bruciato al Bastione: perquisita casa militante indipendentista

“Questa mattina la digos ha effettuato una perquisizione nell’hinterland di Cagliari, contro un giovane militante dell’area antagonista e indipendentista, il motivo delle perquisizioni sarebbe la ricerca di materiale informatico, audio, video o testuale riconducibile all’azione dimostrativa avvenuta lo scorso 6 novembre al Bastione di Saint Remy, quando una grande bandiera tricolore è stata data alle fiamme, proprio la sera in cui entrava in vigore il coprifuoco notturno stabilito dall’ultimo dpcm come norma di contrasto alla diffusione del contagio da coronavirus”, afferma l’Associazione Libertade.

“I reati ipotizzati nel mandato di perquisizione comprenderebbero il vilipendio della bandiera italiana, l’incendio doloso e il danneggiamento, anche se al momento non è chiaro se questi reati siano contestati al compagno sottoposto a perquisizione, assistito dalle avvocate Cabras e Lai, e a cui va in ogni caso tutta la nostra solidarietà e il nostro appoggio” – prosegue la nota dell’Associazione – quando abbiamo visto le immagini di quella bandiera data alle fiamme e abbiamo letto il messaggio di rivendicazione, non abbiamo potuto fare a meno di leggervi una contestazione ribellistica, con una venatura di “balentia” giovanile, però le radici politiche del gesto sono molto più serie, a prescindere dalle reali intenzioni degli autori”.

“La scorsa primavera è stato impedito deliberatamente che la Sardegna potesse difendersi dal ritorno dell’epidemia e ogni volontà di limitare il flusso turistico attraverso quarantena o tamponi obbligatori è stata ridicolizzata dal governo e dagli apparati dello stato italiano – conclude la nota – a causa di ciò l’economia della Sardegna vive una crisi senza precedenti e i sardi sono costretti a subire restrizioni dei propri diritti individuali, come possiamo non essere d’accordo che questo sia un trattamento di tipo coloniale, come scritto nella rivendicazione di quel falò notturno avvenuto lo scorso 6 novembre sulla scalinata monumentale del bastione che fu ribattezzato in onore del barone di Saint Remy, primo vicerè piemontese che governò la Sardegna esattamente 300 anni fa”.

 

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