Chiusa l’inchiesta della Procura di Cagliari su una serie di attentati incendiari compiuti contro ditte concorrenti operanti nel Cagliaritano e nel Medio Campidano.

Nove gli indagati, di cui due cagliaritani, gli altri invece sono di origine slava. Gli uomini del corpo forestale – guidati dal commissario Ugo Calledda – hanno notificato ai nove l’avviso di conclusione delle indagini, coordinate dal pm Andrea Vacca. Tutti sono accusati a vario titolo di incendio doloso. Figura centrale, secondo gli inquirenti, è Davide Rubino, 49 anni di Elmas, arrestato nel febbraio di due anni fa: sarebbe stato lui ad aver organizzato i raid incendiari, compiuti materialmente dagli indagati di origine slava, contro sei aziende concorrenti. L’imprenditore, sapendo di essere finito nel mirino della magistratura, aveva nel frattempo passato le redini della ditta a una figlia.

Gli incendi danneggiarono seriamente mezzi di trasporto e macchinari in depositi di Sestu e Macchiareddu, due ad Assemini ai danni di un cugino di Rubino, e ancora a Nuraminis e Senorbì.