La Corte d’assise d’appello di Sassari ha confermato la condanna a 30 anni di carcere per Marcello Tilloca, l’uomo accusato di aver strangolato e ucciso la ex moglie Michela Fiori il 23 dicembre di due anni fa ad Alghero. Tilloca, reo confesso, aveva beneficiato in primo grado dello sconto di un terzo della pena perché giudicato con il rito abbreviato.

I giudici hanno riconosciuto un risarcimento alle parti civili: la madre, la nonna e il fratello della vittima e l’associazione Rete delle donne di Alghero. Sono state loro ad accogliere con un applauso la conferma della condanna.

Davanti a una videocamera, collegato dal carcere di San Sebastiano, ha ascoltato impassibile la sentenza pronunciata dalla presidente della Corte d’assise d’appello di Sassari Maria Teresa Lupino, a latere la giudice Marina Capitta. Si è alzato in piedi e riseduto a favore di camera, ma senza pronunciare parola o far trasparire nessuno dei sentimenti che lo attraversavano mentre veniva confermata in secondo grado la condanna a 30 anni di reclusione, come sollecitato dal pg Stefano Fiori.

Difeso dall’avvocato Maurizio Serra, Tilloca dovrà anche risarcire con 100mila ciascuno i familiari della vittima: il fratello Luca Fiori, costituitosi parte civile con l’avvocato Marco Manca, la madre Giuseppina Grasso, rappresentata dall’avvocata Lisa Udassi, e la nonna Maria Lucia Caneo, assistita dall’avvocata Daniela Pinna Vistoso. Fissato anche un risarcimento per l’associazione Rete delle Donne di Alghero, parte civile con l’avvocata Gavinuvcia Arca: la cifra sarà stabilita in sede civile. L’antivigilia di Natale del 2018 Michela aveva aperto la porta di casa al suo assassino, avevano avuto una discussione dettata dalla gelosia di Tilloca che non aveva accettato la fine del matrimonio e la possibilità che la ex moglie potesse rifarsi una vita. I due bambini della coppia, rimasti da un giorno all’altro senza genitori, vivono oggi a Genova con la nonna, mamma della giovane uccisa.