“Mi chiamo Roberto, ho perso tutto. Aiutatemi a condividere la mia storia”. È l’appello di Roberto Di Salvo, ambulante cagliaritano, affidata a Facebook.

“La mia ditta – racconta Roberto – è stata dichiara fallita nel 2018 senza che io mai ricevessi l’istanza e dopo che il mio reclamo è stato respinto il mio lavoro è svanito, la mia casa all’asta. Sono fallito a causa dell’affitto di un capannone. Purtroppo come tutti quelli che danno impresa ho avuto difficoltà e qualche ritardo, ma ho sempre appianato con dilazioni e piani di rientro fino a quando, in base alle mie possibilità ho deciso di dividere il capannone con una terza persona per dimezzare le spese. Purtroppo non è bastato, il lavoro non girava bene e mi sono visto costretto a lasciare la struttura”.

“La doccia fredda – continua il racconto di Roberto arriva nel 2014 quando ricevo un decreto ingiuntivo di 21.000 euro per canoni non pagati, ma la cifra era assolutamente non reale perché l’affitto era da dividere come da nuovo contratto che però, come si evince dalle carte, mai venne registrato e fecero fede al vecchio. In ogni caso ho tentato il dialogo, preso contatti, pagato acconti in base a ciò che potevo pur di salvare il lavoro. Quando pensavo tutto fosse nella giusta strada arriva il fallimento, come un fulmine inaspettato, nessuna notifica, nulla solo la dichiarazione di fallimento con la successiva messa all’ asta di tutta la mia vita, del mio lavoro, delle mie attrezzature… Anche della mia casa”.

“Ho perso tutto!” conclude Roberto. “Ho subito anche un processo spero per bancarotta, concluso con l’assoluzione piena. Ho scritto questo perché voglio si conosca la mia storia, grido il dolore di chi non ha più nulla, neanche la speranza”.