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Foto: Archivio

“Un giorno, il 26 novembre 2020, improvvisamente i lavoratori delle mense di via Premuda, dipendenti della ditta d’appalto Pellegrini SPA ricevono durante l’orario di lavoro l’ordine tassativo di sgomberare i locali della mensa di Via Premuda, forse a seguito di una positività Covid 19, ma questa parte rimane avvolta nel mistero in quanto, ancora oggi, nessuno parla dei motivi dello sgombero”, è quanto si legge nella nota stampa di denuncia del sindacato Usb, circa la situazione dei lavoratori delle mense dell’Ersu di Cagliari.

“I lavoratori sono preoccupati, e sarebbe un loro diritto sapere, non sanno se e cosa sia successo e quali procedure si debbano mettere in campo”. Lo chiede la USB con una nota inviata alla Pellegrini SPA, e per conoscenza all’ERSU, alla Prefettura di Cagliari ed allo Spresal (servizio prevenzione e sicurezza ambienti di lavoro della ATS Sardegna) segnalando la preoccupazione per la tutela della salute dei lavoratori, e chiedendo se e come siano state avviate le procedure di sanificazione dei locali, nemmeno se il rientro dei lavoratori sia stato effettuato in sicurezza, e cosa sia stato previsto dall’azienda, e dal Comitato per l’applicazione e la verifica delle regole del protocollo di regolamentazione, per tutelare i dipendenti. “Nessuno sa nemmeno se il comitato sia stato regolarmente istituito, se esista, se sia operativo. Tutto scompare nel triangolo di Via Premuda – scrivono dal sindacato – a distanza di giorni non si riesce a sapere se sia stato effettuato un aggiornamento della valutazione dei rischi, dovuta per legge, per capire, per rilevare il livello di esposizione al rischio di contagio da coronavirus”.

“Nessuna risposta nemmeno quando si chiedono quali misure di prevenzione e protezione siano state programmate per la tutela della salute di lavoratrici e lavoratori. Nessuna risposta alla richiesta di una riunione urgente sui rischi da coronavirus. Nessuna risposta, tutte le domande scompaiono nel triangolo di via Premuda. Eppure nelle mense non entrano solamente i lavoratori, ma anche gli utenti, che poi sono studenti, giovani ai quali andrebbe garantito il massimo della sicurezza, ed alla lotta dei quali va la massima solidarietà da parte dei lavoratori. I lavoratori continuano ad essere preoccupati ma senza risposte, e soprattutto continuamente esposti al rischio covid o al taglio dello stipendio già magro, per effetto dell’ammortizzatore sociale di cui sono destinatari frequentemente. I lavoratori proveranno a porre le domande scendendo in piazza. Anzi nel triangolo di via Premuda”, conclude il comunicato.