Leggo della denuncia di Paolo Fresu e della sua Associazione “Time in Jazz”, che ha scatenato il relativo moto d’indignazione degli addetti ai lavori dell’arte e della cultura. Denuncia e indignazione per l’esclusione dal finanziamento dell’assessorato regionale al turismo di “Time in Jazz”, questo per un sistema d’attribuzione dei fondi fondato sul click day. Il click day è un sistema che privilegia e premia nell’attribuzione dei fondi chi clicca per primo, nella pratica dopo quattro secondi dall’apertura del bando “Time in jazz” è stata esclusa. Normale che ci si stia a sbranare per i fondi regionali per un clic come se si fosse ospiti di un gioco a premi televisivo? In quest’isola si.

L’arte e la cultura in quest’isola vivono di questo e solo di questo. Denuncio spesso come l’associazionismo sia di fatto diventato un sistema di attribuzione di fondi pubblici al confine del voto di scambio a fronte di una precarizzazione sempre crescente dell’industria creativa e artistica isolana, evidentemente rispetto l’altrove poco legittimata dall’Alta Formazione Artistica, assente nel territorio di Cagliari città metropolitana. Evidente che la scarsa attenzione verso il ruolo sociale, intellettuale, culturale e professionale delle arti e degli artisti contemporanei trovi legittimazione nell’unica città metropolitana occidentale ancora priva di pubblica alta formazione artistica, con una coperta di fondi così corta, l’assessorato al turismo invece della lotteria del click day e di pensare a “Time in Jazz” dovrebbe studiare soluzioni pubbliche in pianta stabile per l’isola che ha il tasso di dispersione scolastica ed emigrazione giovanile (legato anche all’industria artistica e culturale contemporanea) più alto d’Europa.

A fronte di tanta miseria diffusa e gestita ad arte, il calcolo politico di un’azione che gli addetti ai lavori (bene educate da altre giunte e amministrazioni politiche illuminate) trovano scriteriato, mi pare ben fondato, perché sostenere sempre le solite associazioni? Associazioni politicamente schierate anche per questioni di reti economiche, prima che politiche, legate alle dinamiche di una certa industria culturale che sembra dividere l’arte e la cultura in questione politica bipolare invece che in questione formativa, produttiva dialettica, didattica pubblica e comune. Bisognerà anche ragionare su come il sistema di sovvenzionamento alle associazioni abbia sin qui distinto tra grandi e piccole associazioni, tra soliti noti e soliti ignoti, con un serbatoio di fondi pubblici che pareva essere quasi privato nell’attribuzione dei fondi, insomma il click day è stato politicamente sovversivo, iconoclastico e antiaccademico. Paolo Fresu è un artista di fama internazionale, nessuno discute l’artista e la qualità di “Time in Jazz”, ma stiamo ragionando di cifre che arrivavano anche a cinquecento mila euro, con la stessa cifra si potrebbe avviare un’Accademia d’Altra Formazione Artistica nell’unica area metropolitana d’Europa dove è ancora assente, vi sembra poco?

Spesso questi grandi festival artistici e musicali, sembra legittimino l’industria culturale e artistica dell’altrove piuttosto che quella residente, gli artisti isolani presenti sono artisti internazionali celebrati in ogni dove, che forse non hanno necessità di tutto questo sistema d’attribuzione dei fondi e neanche di tante giustificazioni professionali per tornare in Sardegna d’estate a trovare i propri cari, forse imporli e proporli a carico del pubblico, ripropone il problema che loro stessi hanno vissuto per autodeterminarsi come artisti, e il click day potrebbe volere dire ripartire per altre strade.

A proposito, sapete se il primo che ha cliccato ha proposto un progetto per l’istituzione, tramite risorse e fondi regionali, di un’Accademia d’Alta Formazione Artistica a Cagliari? A proposito, prima del Covid 19 l’onorevole Andrea Frailis depositava una proposta di legge per l’istituzione di un’Accademia di Belle Arti a Cagliari, qualcuno sa che fine abbia fatto? Che si stia lavorando in una visione politica sempre più algoritmi per un click day anche nell’assessorato alla cultura nazionale del ministro Franceschini, nel caso qualcuno mi avverte? Mi preparo a cliccare.

L’opinione di Mimmo Domenico Di Caterino