I sindaci dell’Oristanese sono tornati nuovamente a protestare sotto il Consiglio regionale per chiedere più attenzione nei confronti del loro territorio. Infatti il nodo è sempre lo stesso: la sanità del territorio è in affanno, e la pandemia ha amplificato un sistema già in crisi da tempo. Gli ospedali sono al collasso, i Pronto soccorso in tilt. E poi, la carenza di personale e le liste d’attesa “vergognose” rendono il diritto alla salute quasi un miraggio.

“Manifestiamo non contro qualcuno ma contro qualcosa – spiega il sindaco di Oristano e presidente del distretto socio-sanitario Andrea Luzzu – la sanità del nostro territorio è dimenticata non da oggi ma da anni. Noi rappresentiamo i nostri cittadini. per questo siamo qui a chiedere al Consiglio regionale che abbia un motto di orgoglio, che ponga in essere atti e mozioni indirizzati alla soluzione delle nostre problematiche”. Su tutte, quella relativa al Pronto soccorso dell’ospedale San Martino che, annuncia il primo cittadino, “dovrebbe riaprire in giornata”.

Ma le criticità non finiscono qui. “Ci servono infermieri e operatori socio sanitari – continua Luzzu – e un direttore sanitario dedicato esclusivamente all’Oristanese”. Insomma, chiarisce il sindaco, “vogliamo un impegno politico per l’Oristanese”. Secondo il sindaco di Terralba, Sandro Pili, “la situazione è drammatica sia a livello centrale, con gli ospedali di Oristano, Bosa e Ghilarza, che per i presidi ambulatoriali territoriali, indeboliti costantemente nel corso degli anni: chiediamo più attenzione e rispetto soprattutto per le persone che stanno male e che hanno un bisogno costante dei servizi sanitari”. La sindaca di Arborea Manuela Pintus ricorda che le criticità decennali “sono state amplificate dall’emergenza sanitaria in corso, e in questo momento non abbiamo la capacità di garantire il diritto alla salute dei pazienti”. I primi cittadini saranno ascoltati dal presidente della commissione Sanità Domenico Gallus e dai capigruppo.