Il Piano casa verrà approvato entro l’anno ma per gli architetti sardi il disegno di legge va modificato urgentemente almeno in cinque punti.

Il primo punto riguarda gli ampliamenti volumetrici. “Non abbiamo riserve ideologiche – dice la presidente dell’Ordine degli Architetti della Città metropolitana di Cagliari e Sud Sardegna, Teresa De Montis – siamo progettisti e intendiamo promuovere anche l’esigenza di nuove architetture fortemente contemporanee. Pretendiamo però che, se si prevedono dei bonus volumetrici extra pianificazione, questi siano legati effettivamente ed efficacemente all’edificato esistente”. Si chiede anche l’eliminazione totale della parte in cui il provvedimento offre la possibilità di cessione dei volumi liberamente. Necessario un ripensamento per le norme sulle zone agricole. Attenzione anche alla edificabilità di strutture ricettive vicine a luoghi di attrazione.

Per i paesaggisti questa opportunità dovrebbe essere eliminata del tutto: “Questa possibilità può incrementare il consumo del suolo senza risolvere il problema dello spopolamento. Per i centri minori delle aree interne, sarebbe opportuno favorire strategie di rivitalizzazione attraverso interventi di recupero e riuso del patrimonio edilizio dismesso o sottoutilizzato. Una misura più efficace – afferma Tiziana Campus, presidente dell’Ordine di Sassari e della Federazione Architetti Sardegna – potrebbe essere quella di favorire una ricettività diffusa attraverso il riuso del patrimonio edilizio accompagnata dalla realizzazione di servizi per la ricettività anche attraverso la nuova edificazione”.

Ultimo punto, gli strumenti urbanistici comunali: interventi decisivi subito e non disposizioni che rimandano l’adeguamento delle pianificazioni nei territori.