Il progetto di riconversione a fini ricettivi degli edifici di Punta Giglio, risalenti alla seconda guerra mondiale, non convince gli ambientalisti.

“Dalla prima stesura, più preoccupante, si è passati da 70 posti letto a 22 ed è stato previsto uno spazio museale”, riferiscono Maria Antonietta Alivesi, Francesco Guillot, Roberto Barbieri, Carmelo Spada e Rolando Galligani, che hanno avuto per conto di Grig, Lipu, Legambiente, Wwf e Nel Vivo della Storia un confronto con presidente, consigliere e direttore del Parco naturale regionale di Porto Conte, Raimondo Tilloca, Adriano Grossi e Mariano Mariani, sindaco di Alghero, Mario Conoci, assessore comunale dell’Ambiente, Andrea Montis, presidente della commissione Ambiente del consiglio comunale, Christian Mulas, rappresentanti della cooperativa proponente e progettisti. “Servono chiarimenti”, dicono gli ambientalisti. “Prendiamo atto delle modifiche, ma restano molti dubbi e perplessità su scelte che richiederebbero un cambio di destinazione dell’area di Punta Giglio da G2 a E”, affermano.

“L’attuale destinazione prevede solo il restauro degli immobili, non il cambio di destinazione”, insistono prima di rilevare che “altri aspetti critici sono gli scavi per la condotta della fognatura e della rete idrica e la trasformazione della cisterna coperta in quella che i progettisti chiamano vasca ludica”. Per Grig, Lipu, Legambiente, Wwf e Nel Vivo della Storia è infine irrituale che “il progetto si realizzi in assenza del Piano del Parco e dell’aggiornamento del Piano di gestione – concludono – mancano strumenti di gestione che forniscano una visione d’insieme e organica sul governo dell’area protetta entro cui si trova anche Punta Giglio”.