“Mio fratello Marco era uscito con Cesare Balzano e i miei genitori erano preoccupatissimi quando non è tornato. Erano convinti che fosse stato lui a farlo sparire”. Lo ha detto Angela Ferrai al dibattimento che si è aperto oggi in Corte d’Assise a Cagliari sulla catena di omicidi, rapine e attentati avvenuti in Ogliastra 20 anni fa e legati, secondo la Dda, all’assalto all’armeria di Capo Bellavista, ad Arbatax, nel settembre del 2004.

In quella occasione i malviventi erano riusciti a scappare con diverse armi da guerra di proprietà dell’Esercito. Stando alla ricostruzione degli inquirenti, durante l’assalto al deposito uno dei banditi, Marco Ferrai, morì per cause mai chiarite. I suoi genitori, Nino Ferrai e la moglie Mariangela Bagnoni, vennero uccisi dopo pochi mesi – nel dicembre del 2004 – proprio perché – dice l’accusa – stavano investigando per scoprire le ragioni della scomparsa del figlio. Alla sbarra sette imputati: Angelo Balzano di Arzana, i suoi compaesani Giangiuseppe Ferrari e Luigi Piras, Andrea Agus di Lanusei, Paolo Mulas e Armando Mameli, entrambi di Tertenia, e Salvatore Mereu di Tortolì.

Manca Cesare Balzano, fratello di Angelo, ucciso in un agguato nel suo podere nell’agosto 2019. Indagando sui vari episodi, i carabinieri del Nucleo investigativo di Nuoro e il pm Tronci hanno ricostruito le trame degli omicidi di Lino Perotti e Angelo Tangianu, oltre che di Marco Ferrai e dei suoi genitori, e di una sfilza di rapine e attentati contro una società specializzata nella raccolta e nel conferimento dei rifiuti: ad alcuni imputati viene contestata l’estorsione con l’aggravante del metodo mafioso. Contestati, a vario titolo e a ciascuno per le proprie responsabilità, anche la detenzione illegale di armi e l’associazione a delinquere finalizzata allo spaccio di sostanze stupefacenti. Il processo proseguirà il 22 marzo.