Il Recovery Plan è stato messo in salvo stanotte nella riunione di Palazzo Chigi, ma la crisi di governo non è affatto scongiurata. Anzi.

E se in mattinata il ministro della Salute Roberto Speranza, nell’aula di Montecitorio, conferma che “l’epidemia è ancora in fase espansiva” chiedendo di tener “fuori dalla battaglia politica la salute degli italiani”, il premier Conte ieri era stato piuttosto deciso nel mettere in guardia Renzi: se Italia Viva si sfila ora dal Governo basta, non sarà più possibile farla rientrare in un prossimo eventuale nuovo esecutivo.

Intanto si fanno sempre più insistentii le voci di possibili “responsabili” pronti a prendere il posto di Iv al Senato: si accredita l’uscita di 4 senatori dal gruppo di Renzi e ben 8 da Forza Italia. Anche se non si esclude che qualcuno dei renziani alla fine possa divergere dalle posizioni del gruppo.

Ma, ora che è stato messo un punto sul Recovery, lo scontro si sposta ancora una volta sul Mes con le ministre renziane che definiscono “incomprensibile” la rinuncia al fondo salva-Stati e lamentano ritardi sulle urgenze del Paese e sui nuovi ristori. “Il Mes non è compreso nel Next Generation, non è questa la sede per discutere il punto”, è la replica di Conte, che invita a “non speculare sul numero dei decessi in Italia per invocare l’attivazione del Mes”, con “un accostamento che offende la ragione e anche l’etica”.