L’ordinanza del sindaco di Bono, che vietava le messe in presenza a causa dell’emergenza Covid, è stata bocciata dal Tar. La prima sezione del Tribunale amministrativo regionale ha infatti accolto il ricorso del vescovo Corrado Melis e del parroco del paese, don Mario Curzu contro l’ordinanza del primo cittadino.

Copiando un’ordinanza simile del 29 dicembre 2020 a firma del vicesindaco Nicola Spanu, annullata dalla prefetta di Sassari, Maria Luisa D’Alessandro per vizi formali e sostanziali, sindaco e vice avevano imposto nuovamente il divieto ai fedeli di assistere in presenza alla messa. Così, vescovo e parroco avevano dato mandato all’avvocato Ivano Iai di opporsi.

“Assenza dei necessari presupposti di straordinaria necessità e urgenza e violazione delle disposizioni generali in materia”, sancisce il Tar, sottolineando che i due prelati “hanno affermato di aver dato corretta applicazione alle disposizioni dettate per l’esercizio del culto nel periodo emergenziale” e che per loro “il provvedimento impugnato arreca un danno gravissimo e irreparabile per i fedeli che rappresentano”. Secondo i giudici amministrativi, “anche ammesso che in casi di straordinaria necessità e urgenza il sindaco possa adottare provvedimenti ulteriori rispetto a quelli nazionali e regionali, devono essere accertate e indicate nell’atto le ragioni di straordinaria necessità e urgenza”. Ma le argomentazioni del vicesindaco, che aveva firmato l’ordinanza della discordia perché il sindaco Elio Mulas era assente per motivi di salute, per il Tar non bastano.

Nel frattempo, il sindaco ha firmato una seconda ordinanza con cui vieta per domenica prossima la caccia nel territorio comunale di Bono, a prescindere dalle decisioni del Governo nazionale e della Regione.