Il TAR Lazio è tornato a pronunciarsi in via definitiva sulla legittimità di una soglia di sbarramento all’accesso universitario, accogliendo in via definitiva il ricorso dell’Unione degli Universitari, disponendo la definitiva iscrizione dei ricorrenti alla facoltà di “Scienze della Formazione Primaria” delle Università di Palermo, L’Aquila e Cagliari e al Corso di Laurea in Architettura dell’Università degli Studi di Cagliari. Lo rende noto Enrico Gulluni, Coordinatore dell’UDU – Unione degli Universitari.

“Per l’A.A. 2019/2020, difatti, il MIUR e diversi atenei tra cui quelli di Cagliari, Palermo e L’Aquila -spiega- disponevano nuovamente l’impossibilità di scorrere o integrare la graduatoria per i concorrenti che avessero riportato una valutazione inferire alla soglia minima (20 punti per Scienze dell’Architettura e 55 punti per Scienze della Formazione Primaria) anche qualora il numero dei candidati ammessi fosse di gran lunga inferiore al numero dei posti del contingente. Ne conseguiva la vacanza di un numero significativo di posti rimasti vuoti e disponibili”.

Michele Bonetti, legale dell’UDU e founder dello studio legale Bonetti & Delia, aggiunge: “Ad avviso del TAR, infatti, il limite numerico imposto alle immatricolazioni risulta legittimo solo se funzionale a garantire un adeguato standard di formazione professionale: facoltà, come quella di Scienze dell’Architettura e Scienze della Formazione primaria, includono nel percorso formativo l’utilizzo di attrezzature specialistiche e l’espletamento di periodi di sperimentazione pratica che implicano limiti fisiologici dell’offerta, corrispondenti a un numero massimo di studenti da accogliere presso la struttura accademica.

In questo senso, “le prove selettive previste non costituiscono titolo ulteriore, rispetto al diploma di scuola secondaria superiore, quale titolo di studio necessario e sufficiente per l’accesso all’Università, a norma dell’art. 6 del D.M. 22 ottobre 2004, n. 270″ e, dunque, l’individuazione di un punteggio minimo per l’immatricolazione si traduce in un limite legislativo al diritto allo studio, costituzionalmente tutelato”. Continua Bonetti: “La battaglia che conduciamo insieme all’UDU è una battaglia contro tutte le soglie di accesso al libero sapere e per il numero aperto.

Il voto minimo per l’ammissione deve pertanto tendere ad evitare il sovraffollamento dei corsi a scapito degli standard accademici formativi, e non assumere alcuna funzione di completamento del titolo di scuola secondaria superiore di per sé sufficiente all’accesso universitario”.