La Sardegna è ormai in fascia arancione da domenica 24 gennaio e molti esercizi commerciali, come bar ma non solo, hanno deicso di aderire tra al movimento ‘Io apro’. Le zone che hanno aderito maggiormente sono l’hinterland di Cagliari e il Sulcis Iglesiente.

Tante le attività rimaste aperte a Capoterra. Ma anche a Carbonia sta nascendo un movimento “Io apro” con tanto di statuto e iniziative pubbliche. Antonio Loddo domenica ha aperto regolarmente il suo ristorante. Sono arrivati anche i carabinieri, ma in quel momento nel locale non c’era nessuno. “Siamo aperti – spiega Loddo – ma quando il cliente telefona per prenotare o si avvicina io lo avverto che potrebbe incorrere in una multa. E, in questo modo, è scoraggiato a magari non viene. Però il messaggio deve essere chiaro: non possiamo fare a meno di aprire. Per la nostra sopravvivenza”. E l’esempio di Loddo è il punto di partenza: “Al movimento stanno aderendo bar, ristoranti e palestre. Ma la protesta si sta allargando anche a Sant’Antioco e Iglesias”.

A Capoterra in tanti hanno disobbedito. È la prima volta, non era mai successo né durante il lockdown, né durante le chiusure delle festività natalizie. Porte aperte e nessuna voglia di arrendersi. Anche in questo caso la spiegazione è evidente: una questione di sopravvivenza. “Continuiamo su questa strada e non molliamo”, dicono i commercianti.