Perché la Sardegna è diventata arancione? Se lo domanda con un lungo post su Facebook Massimo Zedda, ex sindaco di Cagliari e consigliere regionale in quota Progressisti, che scrive: “il primo problema riguarda i dati sui posti letto delle terapie intensive.
Il numero comunicato al Ministero della Salute a settembre non corrispondeva ai posti letto realmente esistenti. Figuravano solo sulla carta, ma per assenza di medici e infermieri non erano operativi. La Regione, in base alle deroghe governative, avrebbe potuto assumere medici e infermieri già a partire dal mese di marzo 2020. Nulla è stato fatto. Solo a novembre si è provveduto all’assunzione di giovani specializzandi, ma non possono gestire in solitudine i posti letto di terapia intensiva, quindi sono assunzioni inefficaci al fine dei calcoli sul numero di posti letto”.
Zedda rincara la dose. “A ottobre il presidente della Regione ha annunciato un piano in 40 giorni per correre ai ripari sui posti letto. A metà gennaio 2021 il Ministero ha segnalato il rischio circa il riempimento delle terapie intensive che superava la soglia del 30%, superata la quale si entra in zona arancione. Sabato scorso – prosegue il consigliere regionale – il presidente della Regione ha annunciato l’apertura di un nuovo reparto a Sassari con 30 nuovi posti letto. Anche questa volta il dato non corrisponde ai numeri reali di posti letto. Anche questi ‘nuovi’ 30 posti letto sarebbero in ogni caso quelli già presenti, sulla carta, a settembre 2020″. In altre parole, “a Sassari ci sono 9 letti in una rianimazione e 7 letti, compresa una barella, in un altro reparto per un totale di 16 posti letto. Questi sono gli attuali posti letto realmente esistenti. Entro gennaio il personale dovrà transitare nella nuova terapia intensiva, ma non saranno 30 i posti letto in più, come annunciato sabato, perché nel calcolo sono accorpati anche quelli già esistenti. Il saldo sarebbe quindi di 14 in più e non 30 come pubblicizzato”.
Mancano medici e infermieri. “Il reparto non è operativo per assenza di medici e infermieri. I concorsi per l’assunzione di personale sono ancora in corso. Al momento la nuova rianimazione non è funzionante, quindi ai fini del mantenimento della zona gialla è inefficace”, scrive Massimo Zedda. “Sempre a metà gennaio il Ministero e l’Istituto superiore di Sanità hanno comunicato alla Regione che i dati forniti su malati e guariti erano incompleti. Le schede con i riferimenti dei pazienti devono essere compilate per intero, altrimenti il sistema nazionale non carica il dato. La Regione ha trasmesso schede incomplete”.
Insomma, secondo quanto riporta l’ex sindaco di Cagliari, “il dato della Sardegna era sopra soglia già da tempo e in modo stabile”. Inoltre, la Sardegna rientrava tra le regioni “‘dove è stato rilevato un forte ritardo di notifica dei casi nel flusso all’Istituto Superiore di Sanità che potrebbe rendere la valutazione di questi indicatori meno affidabile‘. In sintesi: i posti letto non sono attivi, il personale non è stato assunto, inviamo pochi dati e una parte di quelli che inviamo sono inutilizzabili. Questi gli elementi che ci hanno portato in zona arancione”, conclude Zedda.