«La Commissione parlamentare d’inchiesta ha fatto emergere elementi di straordinario valore e interesse a cui è necessario dare seguito con iniziative a tutti i livelli istituzionali, a cominciare dal coinvolgimento del Governo, per individuare cause e responsabilità sulla più grave tragedia in termini di vite umane che abbia colpito la marineria italiana dal dopoguerra».

È quanto chiede il deputato del Movimento 5 stelle, Andrea Vallascas, in un’interrogazione al Presidente del consiglio dei ministri, in merito alla necessità di dare seguito a quanto scoperto in circa due anni e mezzo di lavori dalla Commissione parlamentare d’inchiesta sul disastro del Moby Prince istituita dal Senato la scorsa legislatura. Con l’interrogazione, viene anche chiesto di verificare il comportamento avuto dalle articolazioni periferiche del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti e del Ministero della difesa alla luce della ricostruzione contenuta nella relazione finale della Commissione.

«Se lo scorso mese di novembre – spiega Vallascas –, nella causa per risarcimento danni promossa dai familiari delle 140 vittime, il Tribunale civile di Firenze non ha riconosciuto alcuna valenza giuridica ai lavori della Commissione, restano intatte, però, l’importanza e l’efficacia politica dei risultati a cui è pervenuta»

«Si tratta di scoperte – precisa – che, per la natura stessa delle Commissioni d’inchiesta, hanno ricadute direttamente in ambito politico e sul rapporto tra Parlamento e gli altri organi costituzionali, in primo luogo il Governo il quale è chiamato a contribuire alla ricerca delle verità. Tra l’altro, in merito all’efficacia e allo scrupolo con cui sono stati condotti i lavori, ricordo che la Commissione, come previsto dalla Costituzione, ha operato alle indagini e agli esami con gli stessi poteri e le stesse limitazioni dell’autorità giudiziaria».

«Il risultato – prosegue Vallascas – è una ricostruzione decisamente più completa di quanto avvenuto la notte tra il 10 e l’11 aprile 1991 davanti al porto di Livorno, con alcune novità chiare e precise».

In particolare, l’interrogazione segnala le circostanze e gli elementi più significativi evidenziati dalla Relazione finale della Commissione: 1) esclude, ad esempio la presenza della nebbia, che di conseguenza non può essere considerata la causa della tragedia; 2) rileva che il comando della petroliera, all’ancora in una zona interdetta alla sosta e alla pesca, non pose in essere condotte pienamente doverose; 3) evidenzia che dalla Capitaneria di porto di Livorno non partirono ordini precisi per chiarire l’entità e la dinamica dell’evento e per ricercare la seconda imbarcazione, quasi non si sapesse cosa fare e anzi risulta evidente un atto omissivo riguardo ai soccorsi al traghetto; 4) la sopravvivenza a bordo del traghetto andò oltre i 20-30 minuti, ma per molti fu di alcune ore e per alcuni fino all’alba dell’11 aprile; 5) individua punti non congruenti sulle attività della petroliera e sul tragitto compiuto prima di arrivare a Livorno; 6) Parte importante dell’inchiesta è stata dedicata alla vicenda assicurativa e agli accordi transattivi e ci si è chiesti se la rapidità con cui si è giunti ad accordi fra compagnie e armatori non abbia contribuito, ad abbassare il livello dell’attenzione sul disastro del Moby Prince.

«Al Governo – conclude Vallascas – chiediamo di intraprendere iniziative per valorizzare il lavoro della Commissione e per verificare il comportamento avuto dalle articolazioni periferiche del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti e del Ministero della difesa alla luce della ricostruzione contenuta nella relazione finale».