Si terrà l’1 marzo l’ultima udienza dibattimentale del processo per l’omicidio di Antonio Piras, 35 anni di Sestu, ucciso nelle campagne della cittadina dall’amico e compaesano Aldo Soro, 61 anni, con una fucilata ravvicinata in pieno petto. Un colpo che, secondo il pubblico ministero Gaetano Porcu, sarebbe stato legato ad un litigio dovuto dall’abuso di alcol: entrambi avevano passato la sera al bar a bere e avevano deciso di proseguire la serata in campagna.

Ad una tesi alternativa punta invece l’avvocato difensore Stefano Piras, che oggi ha convocato in aula un giovane, amico di entrambi, che con la presunta arma del delitto sarebbe andato a sparare alcune volte assieme a Soro e Piras. In un’occasione il fucile avrebbe anche sparato all’improvviso dentro l’auto. Da qui l’ipotesi che anche la sera dell’omicidio il colpo sia partito accidentalmente.

Ma il presidente della Corte, Giovanni Massidda, ha dovuto interrompere l’esame avvisando il testimone che stava rivelando elementi che avrebbero potuto portare ad una sua incriminazione per il reato di porto abusivo di fucile. Gli è stato subito nominato un difensore d’ufficio che, appena sentito quello che il giovane avrebbe voluto raccontare, lo ha bloccato facendogli esercitare la facoltà di non rispondere.

Prossima udienza lunedì 1 marzo per un ulteriore testimone convocato dagli avvocati di parte civile, i legali Aldo Niccolini e Giuseppe Cirronis.