La Quarta sezione ampliata della Corte di Giustizia europea ha annullato la decisione dell’allora presidente del Parlamento europeo Antonio Tajani del 2 ottobre 2018 che qualificava come “molestie psicologiche” la condotta dell’ex eurodeputata M5s Giulia Moi “nei confronti di due suoi assistenti parlamentari accreditati”. Respinte invece le richieste di risarcimento, mentre l’europarlamento è stato condannato a pagare le spese processuali.

“Il Parlamento Europeo ha violato un diritto umano nei miei confronti – afferma in una nota Moi che nel procedimento è stata difesa dagli avvocati Marco Pisano e Pierandrea Setzu – Ho subito un’ingiustizia. Sono stata illegittimamente sanzionata ed espulsa a causa di accuse false ed infamanti. In questi anni ho rispettato il corso della giustizia, certa del fatto che alla fine la verità sarebbe emersa. E finalmente la Corte di Giustizia Europea lo ha riconosciuto. In questi anni sono stata definita come una molestatrice e ne ho sofferto. A causa di queste accuse ingiuste ho provato dolore che non auguro a nessuno. Sono stata data in pasto ai più beceri haters senza che nessuno si sia mai premurato di conoscere il mio punto di vista e di consentirmi di difendermi, togliendomi tutti i diritti umani, civili e difensivi”.

Moi ora dice di attendere “scuse ufficiali dalle istituzioni che mi hanno illegittimamente punito in diretta europea, diffamato e deriso; dall’ex Presidente del Parlamento Europeo Tajani ed i suoi funzionari, che non mi hanno mai permesso di difendermi, proprio lui che avrebbe dovuto tutelare i diritti dei cittadini a livello continentale. E soprattutto – conclude – aspetto le scuse del Movimento 5 Stelle per come ha trattato me e la mia reputazione”.