Scuola banchi covid

“Prendiamo nota delle notizie che, dal tardo pomeriggio di martedì 9 febbraio, circolano su tutti gli organi di stampa nazionali e locali, circa il probabile allungamento del calendario scolastico sino al 30 giugno 2021. Questo Coordinamento ritiene doveroso esprimere qualche considerazione. Posticipare di due settimane le lezioni, non crediamo sia fondamentale a risolvere il problema. Una chiusura al 30 giugno, allungherebbe, di parecchio, i tempi per gli scrutini , per gli esami di terza media e di maturità di secondo grado”, è quanto si legge in una nota stampa del Coordinamento Presidenti dei Consigli d’Istituto Sardegna, che si dichiara contrario all’iniziativa paventata dal premier incaricato Draghi di allungare l’anno scolastico per recuperare i giorni persi a causa della pandemia da coronavirus.

“I docenti, anche durante la didattica a distanza, hanno sempre e continuamente lavorato, pur non in presenza, ma assicurando una continuità, benché problematica, nel percorso. Gli studenti sono confusi nell’organizzare, giorno dopo giorno, tra presenza e DAD, tra aperture e chiusure, tra i vari cambi di orario, il loro piano di studio. Le famiglie sono sfinite dai ripetuti cambiamenti che, giorno dopo giorno, sono costretti a subire, modificando la loro vita quotidiana – prosegue la nota – i dirigenti scolastici, sono allo stremo; è dallo scorso mese di aprile che lavorano incessantemente per rimodulare l’offerta formativa”.

“È innegabile che, soprattutto in Sardegna, a causa della digitalizzazione carente, molti studenti possano aver collezionato lacune nel percorso didattico. Pertanto, anche se a tutt’oggi non vi è certezza che queste notizie si possano avverare, questo coordinamento auspica che vengano prese in seria considerazioni le singole dinamiche riferite ad ogni singolo istituto, e che eventuali modifiche al calendario scolastico, vengano valutate ascoltando tutte le componenti che gravitano nell’universo scolastico. Auspichiamo un sereno confronto collaborativo per una soluzione basata sul buonsenso e sulla reale necessità sociale e didattica”, conclude il Coordinamento.