“Disastro ambientale e deposito incontrollato di rifiuti speciali pericolosi”, sono queste le accuse mosse dalla magistratura di Brescia nei confronti dell’amministratore delegato Donato Todisco, lo stesso che dovrebbe rilevare gli impianti del cloro soda di Macchiareddu, di proprietà dell’Eni. Per queste ragioni, scrive Piero Comandini del Partito democratico sardo in una mozione urgente, “è assolutamente necessario che la cessione degli impianti non si concretizzi”.

“La politica aziendale intrapresa da ENI” sottolinea Comandini, “non garantisce certezze di alcun genere. Alla luce delle importanti notizie, apprese a mezzo stampa, circa l’interdizione, da parte della magistratura di Brescia, nei confronti dell’amministratore delegato del gruppo Todisco da funzioni direttive e d’impresa per i reati di disastro ambientale e deposito incontrollato di rifiuti speciali pericolosi, accusa riferita all’inquinamento prodotto da una fabbrica di cui Todisco è co-amministratore, Eni” conclude l’esponete DEM “nella procedura della cessione dell’impianto di Macchiareddu, che ha una importanza nazionale, deve assolutamente valutare le necessarie garanzie di rispetto della salute delle persone e dell’ambiente”.

Il post di Piero Comandini