Prima una delibera della Giunta comunale per acquistare 500 test rapidi per eseguire lo screening in paese, poi la decisione del sindaco di non acquistarli più e infine la presa di posizione di un gruppo di cittadini e associazioni di rivolgersi ai privati a spese loro per effetuare i tamponi rapidi.

È quanto sta accadendo in questi giorni a Muravera, nel sud Sardegna. Due giorni fa sulla pagina Facebook istituzionale del Comune il primo cittadino di Muravera, Salvatore Piu, aveva espresso la sua perplessità sui test rapidi. “Attualmente la comunità scientifica concorda su quanto siano poco attendibili gli screening di massa effettuati con tamponi rapidi o test sierologici rapidi per Covid-19 a causa dell’elevata incidenza di falsi positivi e falsi negativi – scrive il primo cittadino sulla pagina social -. La scarsa validità di tali test, ancora di più se effettuati una tantum, unita all’idea che tali indagini debbano essere effettuate sotto preciso controllo e accurata certificazione dell’Ats, ha portato questa amministrazione a una scelta più oculata.

È stata avviata la procedura di noleggio a lungo termine di speciali apparecchi per la sanificazione degli ambienti da utilizzare nei locali delle scuole per garantire la disinfezione degli ambienti dove soggiornano i bambini della nostra comunità”. La decisione presa dal primo cittadino non è stata gradita da tanti cittadini, stanchi di doversi recare a cagliari per effettuare i test rapidi. Ora insieme ad associazioni di volontariato e medici, si sono organizzati per effettuare a chiunque ne facesse richiesta test rapidi a una cifra simbolica.