Mentre la questione del restauro dei Giganti di Monti Prama, colonizza il dibattito artistico regionale, senza che nessuno ragioni su quanto la problematica sia connessa a un’isola che non forma i suoi restauratori residenti e che può vantare Cagliari come l’unica città metropolitana al mondo, ancora priva nel 2021 d’Alta Formazione Artistica, altrove le Accademie le progettano e le espandono.

Vengo da Napoli, e a Napoli sono cresciuto e mi sono formato in una Reale e Borbonica Accademia, è nel nome di quella licenza Accademica in Scultura, che dopo esperienze in altre realtà, sono arrivato ben vent’anni fa, su quest’isola, non per studiare, ma per lavorare con il mio titolo di studio, acquisito dove sono nato e dove fino ad allora avevo vissuto. Nonostante a Napoli ci sia dal secolo dei lumi un’Accademia di Belle Arti, questo non ha impedito la nascita qualche anno fa, con il beneplacito della Regione Campania di un’Accademia di Belle Arti a Nola (Nola dista da Napoli quanto Capoterra da Cagliari per capirci) per volere di un manipolo d’artisti residenti, ma la storia che voglio raccontarvi è un’altra.

Appena un anno fa, Maurizio Braucci un autore/sceneggiatore napoletano, appena vinto il David di Donatello dichiara d’avere un sogno: Una scuola pubblica d’Alta Formazione d’arti e mestieri del cinema. Questo avveniva soltanto un anno fa, in un anno, c’è stato un appello firmato da oltre cinquanta cineasti napoletani che ne attestava la necessità. Pensate cineasti d’accordo sulla necessità di un’Accademia, pensate allo scenario isolano.
V’immaginate cinquanta pittori, scultori, registi o scenografi uniti nel nome di una causa comune? Lasciate stare, altrimenti mi viene voglia di raccontare certi bisbigli isolani, che mi riportano sottovoce che questo o quell’artista isolano, sostengano in privato, che io stia sollevando la questione Accademia a Cagliari soltanto perché ambirei ad averne cattedra, vi sembra questo un ambiente per ragionare su una causa d’interesse comune?
Torniamo alla lettera appello di Maurizio Braucci, la lettera è stata recapitata al ministro della Cultura Dario Franceschini e all’ex ministro dell’università Gaetano Manfredi, tra i firmatari il premio Oscar Paolo Sorrentino, Pietro Marcello, Mario Martone (che ha anche esperienza presso la Reale Accademia di Belle Arti di Napoli nella scuola di Scenografia), Ippolita de Majo, Beppe M.Gaudino, Toni Servillo, Edoardo De Angelis, Antonio Capuano, Cristina Donadio, Nicola Giuliano, Franchini e tanti altri.

Passando per Franceschini, l’appello è stato accolto dalla Regione Campania che ora affida alla Film Commission Campania un studio di fattibilità per la realizzazione della scuola. Capite?
Un premio vinto, un appello ai Ministri e la Regione che sa ascoltare i propri artisti, lo studio tecnico di fattibilità e l’Accademia è fatta? Napoli e la Campania è chiaro che distano anni luce dalla Regione Sardegna e da Cagliari. Come è che la questione dell’anomalia dell’unica città metropolitana occidentale priva d’Alta Formazione Artistica nell’isola parono essere un rompicapo irrisolvibile? Intanto in Campania, dove una storica Accademia c’è (ma non è un’Accademia d’arti e mestieri del cinema), la Film Commission, ha avviato la costituzione di un tavolo tecnico. Esecuzione dei lavori affidata all’associazione Acta (Associazione Cultura Turismo Ambiente), un’organizzazione di professionisti e ricercatori di esperienza, selezionata con un avviso pubblico. Nascita e progettazione di quest’Accademia passa per un tavolo tecnico con le università campane e l’Accademia di Belle Arti.

Del comitato faranno parte la Direzione cultura della Regione Campania e una rappresentanza della Film Commission.
Insomma un reale progetto comune e partecipato. Sede di tutto questo? L’ex base Nato di Bagnoli, dove intanto avrà sede e partirà un corso di laurea in Cinema, Tv e Fotografia dell’Accademia di Belle Arti di Napoli. Ricapitolo qualora non vi sia chiaro, in un anno un appello di uno sceneggiatore determina un corso triennale d’Accademia e la nascita (con progettazione, tavolo tecnico, studio di fattibilità e coinvolgimento di tutte le istituzioni di settore presenti nel territorio) di un’Accademia specifica d’arti e mestieri del cinema (sceneggiatori, registi, scenografi e direttori della fotografia). Insomma in una realtà complessa come quella napoletana, l’offerta (già solida e secolare dal punto di vista storico e sociale), diviene molteplice per dare la possibilità ai giovani di trovare il loro talento e di trasformarlo in lavoro.

Adesso, aprite gli occhi, non siamo a Napoli, anche se l’augurio vaffanapoli da queste parte sembra forse volerne studiare e capirne il modello, siamo a Cagliari, dove l’Ex manifattura Tabacchi la si vuole affidare alle associazioni pur di non prendere atto della carenza istituzionale determinata dall’assenza storica di pubblica Alta Formazione Artistica, e dove neanche l’incapacità di gestione dei giganti, riesce a evidenziare, quanto la formazione e preparazione specifica, in relazione alle moltitudine di professioni che i linguaggi dell’arte determinano, sia all’origine di una serie di criticità e incapacità isolane di gestire e progettare l’asse strategico dell’arte e della cultura residente.

L’opinione di Mimmo di Caterino