Tonnellate e tonnellate di fanghi che dovevano essere smaltiti nelle discariche, a cavallo tra il 2017 e il 2018, sono invece finiti in mare. Punta a fare luce su quanto accaduto in una fase emergenziale della gestione dei rifiuti a Napoli, l’indagine della Procura, della Guardia di Finanza e della Polizia che oggi hanno eseguito tre arresti in carcere, 14 arresti ai domiciliari (tra cui funzionari pubblici e un poliziotto) e due sospensioni che riguardano altri due agenti della PS.

Tutto avveniva, secondo l’accusa, attraverso la corruzione dei vertici di allora della Sma Campania (società in house della regione Campania) utilizzando la tecnica dell’affidamento diretto – illecito – di appalti, attraverso la “somma urgenza”, a cordate di imprenditori guidate da un pluripregiudicato, Salvatore Abbate, soprannominato “totore a’ cachera”, in affari con dirigenti della Sma Campania (società in house della Regione Campania) e con i direttori di alcuni depuratori. A casa di Abbate i finanzieri hanno trovato molto denaro contante in pacchi di banconote sottovuoto: così tanto che è difficile contarlo.