Non è in grado di dire se Giovanni Sanna facesse parte della banda di sequestratori che, dal 19 novembre 2006 al 28 maggio 2007, tenne in ostaggio l’allevatore di Bonorva, Titti Pinna, prima della fuga. Padre Pinuccio Solinas oggi ha testimoniato davanti alla Corte d’Assise di Sassari nel corso del processo ter per il sequestro Pinna, che vede unico imputato il 52enne di Macomer, Giovanni Sanna, noto Fracassu, difeso dall’avvocata Desolina Farris. Padre Pinuccio, che provò a gestire un contatto con i sequestratori per cercare di arrivare alla liberazione dell’ostaggio, non ha puntato il dito contro Sanna.

Alla Corte, presieduta dalla giudice Elena Meloni, con a latere Valentina Nuvoli, ha raccontato per l’ennesima volta la parte che lui ha avuto nelle fasi del sequestro, come emissario, e i momenti del fugace incontro con i rapitori al passaggio a livello di Mulargia. E ha detto di non poter riconoscere Sanna dalla voce. Al banco dei testimoni si è presentato anche l’allora capitano dei Ros dei carabinieri, Alfonso Musumeci, riproponendo anche lui alla Corte la sua versione dei fatti.

La difesa dell’imputato ha ottenuto la produzione come prova dei tre verbali sit (sommarie informazioni testimoniali), uno della Procura di Oristano, uno della Questura di Sassari e uno della Stazione dei Carabinieri di Macomer, dove sono riportate le dichiarazioni in con cui la compagna di Sanna ha affermato che l’imputato il giorno e l’ora del sequestro di Titti Pinna, fosse a casa sua. Nel corso della prossima udienza saranno ascoltati altri testimoni chiamati a deporre dal procuratore aggiunto della Dda di Cagliari, Gilberto Ganassi.