La giudice per le indagini preliminari di Cagliari, Lucia Perra, ha accolto la richiesta di archiviazione formulata dalla pm Maria Virginia Boi in merito all’indagine aperta il 5 luglio 2017, contro ignoti, a seguito della morte del leader indipendentista Salvatore “Doddore” Meloni, deceduto all’ospedale Santissima Trinità di Cagliari dopo 66 giorni di sciopero della fame e della sete, dopo essere stato arrestato per delle condanne passate in giudicato. Per due volte, contro la richiesta di archiviazione, si era opposta la famiglia del fondatore della Repubblica di Malu Entu con l’avvocata Cristina Puddu. “Non sorprende una tale decisione – commenta l’avvocata nel suo profilo Facebook – mentre, ancora una volta, ciò che deve essere rimarcato è l’atteggiamento indegno dell’ambiente politico indipendentista, che salvo qualche rara eccezione, resta indifferente, incapace di riconoscere quanto Doddore sia stato fondamentale per la storia dell’indipendentismo sardo, in vita e poi dopo anche maggiormente, per i fatti che ne hanno determinato la sua tragica morte”.

La battaglia giudiziaria, però, non è finita. “Adesso – annuncia la legale – insieme alla famiglia Meloni, dovrò valutare di agire contro l’Italia, presentando ricorso alla Corte europea dei Diritti dell’Uomo”. L’indipendentista di Terralba era morto a 74 anni, dopo anni di battaglie per l’indipendenza della Sardegna culminate con l’occupazione dell’isola di Mal di Ventre, davanti alla costa di Oristano, e la proclamazione della Repubblica di Malu Entu.