“Uno Stato che non si costituisce parte civile per la strage di Viareggio, che non si costituisce parte civile per il disastro di Quirra, trova invece opportuno costituirsi parte civile contro 45 giovani colpevoli solo di opporsi alla presenza delle basi militari in Sardegna, alcuni di loro rinviati a giudizio con l’accusa gravissima di associazione a delinquere con finalità terroristiche. Quei 45 giovani, individuati proprio perché giovani e pensanti, non devono avere futuro, deve essere impedito loro di avere progetti e sogni”.

Circa 30 madri hanno protestato con un sit-in davanti al Palazzo di Giustizia di Cagliari per difendere i loro figli, su cui pende una richiesta di rinvio a giudizio formulata dalla Direzione distrettuale anti terrorismo di Cagliari nell’ambito dell’operazione “Lince”. Per cinque di loro l’accusa è di associazione eversiva, mentre gli altri sono imputati di danneggiamento, resistenza, imbrattamento e altri reati che per la Procura e la Digos sarebbero stati commessi durante delle manifestazioni antimilitariste a Teulada, Decimomannu e Quirra.

“I nostri figli sono la gioventù migliore di questa terra – hanno detto le madri – lo grideremo forte e ci opporremo con tutte le nostre forze a questo disprezzo della giustizia”.