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Un “no definitivo e irrevocabile” all’eventuale stoccaggio di scorie nucleari in Sardegna, supportato da un’ampia documentazione frutto del lavoro del Comitato Tecnico Scientifico istituito dalla Regione all’indomani della individuazione di 14 siti (4 nella provincia di Oristano e 10 in quella del Sud Sardegna), sui 67 indicati complessivamente nel territorio nazionale, per la realizzazione del deposito unico di rifiuti nucleari nell’Isola.

Lo ribadisce il governatore Christian Solinas, a seguito dell’approvazione in Giunta della delibera contenente le osservazioni alla proposta di “Carta Nazionale delle Aree potenzialmente Idonee” (CNAPI), dopo avere accolto quelle provenienti anche dai Comuni e da varie associazioni del terzo settore. “L’intero territorio regionale – sottolinea Solinas – appare non idoneo ad ospitare il Deposito Nazionale dei rifiuti radioattivi italiani, sia per l’aggravio di costi legati al trasporto via mare dei rifiuti stessi, che per i peculiari pericoli per l’ambiente marino e costiero, e per la popolazione, derivanti da potenziali incidenti durante le fasi di trasporto e stoccaggio”.

“Fin dal primo momento – ricorda il presidente – ho espresso, certo di interpretare anche il volere del Popolo Sardo che rappresento, la più assoluta contrarietà alla localizzazione del Deposito Nazionale in Sardegna, ricordando i sacrifici già imposti alla nostra Isola in nome della solidarietà nazionale. L’inclusione di 14 aree sarde nella proposta di CNAPI, peraltro, è avvenuta in palese spregio della chiara volontà popolare espressa con il Referendum consultivo svoltosi in Sardegna il 15 e 16 maggio 2011, quando oltre il 97% si espresse contro la possibilità di realizzare il Deposito nell’Isola”.

“La nostra battaglia – dice ancora il governatore – non è terminata. Porteremo le ragioni della Sardegna al Seminario Nazionale con i ministeri interessati e l’AIEA (Agenzia Internazionale Energia Atomica). Ma la mobilitazione civile, pacifica e democratica deve proseguire, interessando tutte le articolazioni della società sarda in una stagione di unità e di profonda coesione – conclude – nel nome e per il bene della Sardegna”.