Forse a qualcuno è sfuggito, qualcun altro deliberatamente ha ignorato e finto che non sia mai accaduti, altri in tempo di varianti pandemiche con intensificazione di tamponi e vaccini considera altre emergenze, ma quello che sta avvenendo nella più Europea delle città d’Italia, dove ho avuto la fortuna di nascere e studiare per avere poi la fortuna (ancora più grande) di vivere e lavorare nel sud di quest’isola, è poetico, epico, mitico, etico ed estetico al punto che soltanto leggerlo da lontano mi fa sentire un ventenne studente di questo tempo.

Un pulviscolo di studenti isolati da gran parte della popolazione degli studenti dell’Accademia di Napoli, in piena zona rossa De Luca, ha occupato per più di un mese la Reale Borbonicca Accademia, in autonomia hanno gestito con maturità e consapevolezza l’emergenza e le normative anticovid. Hanno occupato nel nome dell’arte bene naturale comune, hanno promosso con la loro comunicazione l’idea dell’arte come linguaggio fondato sulla relazione e la condivisione con l’altro, hanno demonizzato la didattica a distanza e rappresentato quanto li stia deprivando dei loro diritti, nel nome di questo si sono riappropriati di spazi culturali sacrosanti sottratti alla loro formazione. Questa mattina all’alba sono stati sgomberati identificati e denunciati. Sono stati con l’occupazione del Teatro Niccolini all’interno dell’Accademia di Belle Arti di Napoli stimolo per le rivendicazioni dei lavoratori dello spettacolo in presidio permanente all’interno del Mercadante. Deprimente che nessuno ne abbia parlato, e nessun docente d’Accademia li abbia sostenuti, apertamente se non ora con qualche timido commento via social a sgombero effettuato. Desolante che i loro Maestri non siano stati fisicamente al loro fianco in una battaglia per un futuro fatto di cultura che sembrano volere difendere e tutelare da soli contro tutti.

Chiusi Musei e gallerie, questa dell’Accademia di Napoli è stata la prima occupazione Italiana nel nome dell’arte e della cultura. Fossi stato oggi un Maestro di quell’Accademia, il Presidente o il Direttore, non avrei fatto passare un giorno senza manifestare solidarietà a quelli studenti. L’Accademia è un patrimonio da tutelare, custodisce memoria e futuro, non solo perché rilascia attestati e titoli di studio equipollenti alla laurea, questa consapevolezza sembra essere oggi di chi è nato in questo millennio, chi proviene dal secolo passato pare avere perso la memoria (con le sue pratiche di nicchia sembra tendere a radere al suolo le pratiche relazionali didattiche del fare arte).

Certo per occupare un’Accademia e per criticarla dall’interno e poi sgomberarla serve che un’Accademia ci sia, sarà per questo che a Cagliari un’Accademia di Belle Arti non è mai stata occupata? Fosse possibile inviterei quegli studenti a Cagliari, a fare riflettere su cosa possa essere un’Accademia, quanto sia importante per il territorio e la comunità dove risiede, insomma da qualche parte le Accademie le si vuole distruggere, ma da qualche altra parte non sono mai nate e mai state occupate. Intanto gli studenti sgomberati, sono in assemblea permanente fuori dall’Accademia, è più sicuro? Siamo sicuri che le pratiche artistiche in tempi pandemici nuocciano gravemente alla salute di luoghi chiusi?

L’opinione di Mimmo Di Caterino