È polemica politica per la visita di Vittorio Sgarbi in Sardegna lo scorso weekend. Ad appiccare il fuoco è la capogruppo del M5s in Consiglio regionale, Desiré Manca. “In Italia i musei sono chiusi, in Sardegna quello della Brigata Sassari si apre per una visita guidata assolutamente vergognosa”, attacca l’esponente pentastellata. “Il presidente del Consiglio regionale, Michele Pais, ha accompagnato Sgarbi alla faccia dei sardi – denuncia – ai quali i luoghi di cultura sono proibiti”.

Manca riferisce che “parlamentare e presidente hanno ammirato il museo con l’ex sindaco di Castelsardo, Franco Cuccureddu, qualche congiunto e qualche amico”. Per lei è “vergognoso”, è la “manifestazione della casta sarda, della politica dei privilegi, che oggi si dimostra nella sua arroganza”. La visita è stata “al riparo da occhi indiscreti e non pubblicizzata come al solito – chiosa – ma quanto accaduto dimostra la disparità tra il popolo e una politica abituata a non rispettare le regole, anche se si muove con un pizzico di vergogna”. La replica di Michele Pais non tarda. “Profondamente amareggiato dall’attacco personale”, dichiara il presidente del Consiglio regionale.

“Sgarbi ha sempre mostrato grande attenzione e affetto per l’isola e nella sua visita ha fatto incontri e sopralluoghi che sono nelle sue prerogative parlamentari, come ospedali, Università e caserme”, sottolinea. “La mia presenza era individuale, senza seguito – precisa – invitato a partecipare al sopralluogo del parlamentare, ho accettato per cortesia istituzionale”. Pais sottolinea: “non ho mai usato e mai userò la carica istituzionale per averne privilegi, non è nel mio stile e ritengo strumentale ogni accusa”. Desirè Manca, insoddisfatta dalla risposta, controreplica: “La vicenda non ha a che fare con l’affetto per l’isola di chiunque la visiti, si svia l’attenzione parlando di Università, ospedali, presenze individuali e cortesia istituzionale, ma l’unica cosa corretta sarebbe stata non unirsi al codazzo del sopralluogo parlamentare, per rispetto del popolo e di chi, non avendo relazioni in Parlamento, non può visitare i musei”.