In base al piano vaccinale della Regione Sardegna, rientrerebbe nella fascia della popolazione (quella over 80) ad essere chiamata per effettuare la prima dose. Purtroppo, però, nonostante abbia tentato più e più volte di accedere al portale di adesione e di comunicare anche telefonicamente o via e-mail con il servizio e con il Cup, non ha ancora ricevuto una risposta.

È l’Odissea, non ancora conclusa, di una ottantottenne di Cagliari, con diverse patologie e quindi considerata anche tra le persone “fragili”. La donna si è rivolta ai suoi legali che oggi hanno depositato un’istanza ex articolo 700, una procedura d’urgenza, nella quale si chiede al tribunale del capoluogo sardo di ordinare alla Regione, “anche con decreto inaudita altera parte”, l’immediata somministrazione del vaccino.

In subordine i giudici potranno anche stabilire un termine entro il quale l’amministrazione debba fissare la data per l’inoculazione del siero anti Covid-19. Nel ricorso, gli avvocati Franco Villa e Carlo Pistincu, evidenziano che “risulta inaccettabile il silenzio della Regione Sardegna che ha abbandonato a sé stessa una propria cittadina, lasciandola in balia degli eventi. A tutt’oggi in Sardegna sono già state vaccinate centinaia di persone appartenenti a classi con indici di priorità inferiori di quello della ricorrente, peraltro costringendo una donna di 88 anni ad utilizzare un sistema di prenotazione che presuppone un livello di conoscenza tecnologica non comune nelle persone anziane. Allo stato – si legge nell’istanza – viene negato il diritto della ricorrente ad essere vaccinata che le avrebbe consentito, se l’autorità amministrativa avesse rispettato le sue stesse regole, di poter attendere alle proprie esigenze di vita senza correre il rischio di mettere a repentaglio la propria salute”.