Un giornale può essere un megafono, un martello, un fucile, un’oasi nel deserto, uno strumento di propaganda, di rivolta, di normalizzazione, di divertissement, di conoscenza, di svago, di distrazione di massa, un laboratorio di idee. I nuovi editori di Cagliaripad hanno deciso di intraprendere questa sfida – coraggiosa e ambiziosa – con lo scopo di fare un quotidiano semplice e insieme complesso: un giornale di servizio.

La prolungata pandemia da Covid -19, e i conseguenti lockdown hanno portato a una crescente domanda di informazione dove diventa cruciale l’identità del “prodotto” e la credibilità delle notizie, urgente la necessità di vincere la battaglia contro il virus delle fake news, necessario setacciare i dispacci e le veline per offrire un servizio di qualità.

Da oggi sono il nuovo consulente editoriale di Cagliaripad: sarò il Garante dei lettori. E’ un incarico che mi gratifica, mi entusiasma e mi riporta a lavorare per un giornale che molto tempo fa ho diretto e ho contribuito a fondare. Farò in modo, oggi più che mai, che vengano rispettate le regole auree del giornalismo di vecchia scuola: che vengano riportati al lettore solo i fatti, in maniera il più possibile neutra e obiettiva.

Che il giornale sia libero e indipendente. Ogni notizia andrà spiegata, analizzata, argomentata, fosse anche interpretata: ma sempre a partire dai numeri, dai dati, da fonti certe, certificate, verificate, e da voci attendibili. Sappiamo che l’informazione online è il flusso di una comunicazione che arriva all’opinione pubblica attraverso alcuni passaggi che Noam Chomsky rappresenta efficacemente con la metafora della piramide: ad alimentare il flusso agiscono in ordine di importanza le istituzioni, le agenzie di stampa, i media e lo stesso pubblico, che è diventato produttore incontrollato di contenuti. Tutti contribuiscono a creare “notizie” e a buttarle subito in Rete, seguendo l’istinto più che la ragione e inseguendo la velocità, per non prendere il classico “buco” (che in realtà non esiste più: la notizia in se, oggi, è una commodity). Viviamo di milioni di “flash” o “frame” incontrollati, lanciati dalla cima della catena dell’informazione come palle di neve che si autoalimentano durante la caduta: si guadagna attraverso un click, ma spesso ci si dimentica che ciò che si trasmette ha sempre un effetto, volontario o involontario: può provocare slavine, cortocircuiti di senso, frustrazione, depressione, paure, ansie, rivoluzioni, indignazione, ribaltoni politici, oppure engagement, consenso politico, speranza, fiducia, passione.

Cagliaripad lavorerà con un unico obiettivo: rimettere il cittadino – con i suoi diritti, con i suoi doveri, le sue paure e le sue speranze – al centro del villaggio: politico, sociale, globale. Sembra semplice e quasi scontato: eppure è la più grande e difficile sfida che oggi siamo tutti chiamati ad affrontare.

di Guido Garau