I finanzieri del Reparto Operativo Aeronavale di Cagliari hanno messo fine ad un’attività di pesca illegale nelle acque dell’Area Marina Protetta Penisola del Sinis – Isola di Mal di Ventre, da parte di alcuni pescatori residenti in un paese della provincia di Oristano.

Si trattava di un’attività ben organizzata che si basava sulla complicità di sentinelle e piccole imbarcazioni. Quest’ultime portavano e lasciavano i pescatori subacquei nella zona di mare interdetta e, in brevissimo tempo, si allontanavano stazionando fuori dall’area in attesa del segnale di recupero da parte degli stessi subacquei del pescato, frutto delle razzie notturne. Il pescato veniva quindi spacciato in vendita come prodotto pescato regolarmente nel mare libero, senza destare alcun sospetto.

Il modus operandi dei pescatori fraudolenti è stato però interrotto dall’intervento delle motovedette delle Fiamme Gialle che hanno dovuto mettere in atto un vero e proprio agguato per sorprenderli in flagranza, proprio mentre operavano all’interno dell’Area Marina protetta.

I finanzieri hanno infatti utilizzato i loro mezzi navali capaci di altissime velocità sfruttando così l’effetto sorpresa per la contestazione sul posto dell’attività illegale. Una volta colti sul fatto i pescatori, tra l’altro muniti di autorizzazione per la pesca rilasciata dalla Regione Sardegna, esclusivamente in acque libere, li hanno denunciati per “attività di pesca subacquea esercita in zona vietata soggetta ad autorizzazione dell’Ente gestore” e sequestrato tutta l’attrezzatura utilizzata. I due professionisti dovranno rispondere quindi delle violazioni al regolamento dell’Area Marina Protetta che prevede l’arresto fino a sei mesi o l’ammenda da 103,90 a 12.911,42 euro.

I responsabili saranno segnalati alla Direzione dell’Ente perché non potranno ottenere per il futuro il rilascio di qualsiasi autorizzazione per attività da svolgersi all’interno del perimetro dell’area stessa, che comprende anche i relativi territori costieri del demanio marittimo.