I Carabinieri del Nucleo Tutela Patrimonio Culturale di Cagliari, che ha competenza sull’intero territorio della Sardegna, hanno presentano i risultati dell’attività operativa del 2020 tra i quali spiccano ben 1.120 reperti archeologici sequestrati.
Sono state 61 le persone denunciate, 7 quelle arrestate (2 in flagranza di reato e 5 in esecuzione di ordinanza di custodia cautelare), 1.120 i reperti archeologici recuperati, 2 gli immobili sottoposti a sequestro preventivo per reati monumentali e paesaggistici, per un totale di un milione di euro.

Tra le operazioni di maggior rilievo concluse quella che ha permesso l’arresto in flagranza di reato (il 17 febbraio 2020) di una persona di Terralba (Or), trovata in possesso di armi e munizioni e di circa 1.000 reperti archeologici, tra cui più di 700 monete fenicio-puniche e romane, 10 anelli, 11 medagliette votive nonché di due metal detector e la denuncia di tre persone di Terralba, Marrubiu e Oristano, trovati in possesso di circa 60 reperti archeologici (tra cui spicca anche un bronzetto nuragico), 4 fossili nonché di un metal detector e di munizionamento da guerra e comune.

Il 20 ottobre 2020 i Carabinieri del NTPC hanno arrestato su ordine del Gip di Oristano 5 persone che avevano costituito un sodalizio criminale dedito alla commissione di truffe ed estorsioni nei confronti di parroci e di responsabili di Istituti religiosi. La misura cautelare, che ha colpito i consociati sia dal punto di vista personale (3 custodie in carcere, 2 agli arresti domiciliari e 3 all’obbligo di dimora nel comune di residenza), sia sotto il profilo patrimoniale con il sequestro di due villette, di un terreno edificabile e dei conti correnti e polizze di pegno per un valore complessivo quantificato in circa 800.000,00 euro, è stata emessa a conclusione dell’indagine denominata “Res ecclesiae”, avviata nel dicembre 2017, che ha consentito di ricostruire l’attività illecita posta in essere da 13 persone di etnia Rom (Romanì), tutte collegate tra loro da vincoli di parentela o affinità riconducibili a cinque famiglie discendenti dagli stessi capostipiti.

A Bitti (Ss) i militari il 1 e 2 dicembre 2020 hanno recuperato e messo in sicurezza i registri più antichi dello stato civile del Comune violentemente colpito dal nubifragio che, il 28 novembre 2020, provocò anche la morte di tre persone.
Tra le attività spicca quella effettuata a Cagliari il 2 marzo 2021 con il sequestro di reperti archeologici di inestimabile valore storico. A seguito della segnalazione indirizzata alla Soprintendenza di Cagliari da parte degli eredi di un collezionista di reperti archeologici del capoluogo, è stato pianificato un controllo da parte degli uomini dell’Arma e di funzionari-archeologi al fine di riscontrare la consistenza e lo stato di conservazione dei manufatti che, a causa della morte del titolare della collezione, avrebbero dovuto entrare a far parte dell’asse ereditario. Dall’attività ispettiva è emerso che alcuni reperti non rientravano nell’elenco della collezione a suo tempo autorizzata ed altri, facenti invece parte della raccolta, risultavano mancanti.

D’accordo con l’Autorità giudiziaria si è deciso di sequestrare tutti i manufatti per poter svolgere ulteriori approfondimenti investigativi. Al termine della relazione dell’archeologo della Soprintendenza, che cercherà di stabilire epoca, autenticità, ambito di provenienza ed interesse culturale, i beni saranno definitivamente restituiti allo Stato.
Tra i reperti recuperati, tutti ritenuti di eccezionale interesse storico-culturale e delle epoche nuragica, greca, magno greca, punica e romana (VI sec. a.C. – V sec. d.C.), spiccano per pregevole fattura artistica: una navicella nuragica con protome taurina, tre contenitori per liquidi, c.d. rython, con forme rispettivamente di ariete e bovino di provenienza greca, sei brocche e due coppe a vernice nera con figure rosse di provenienza greca; due ceppi d’ancora perfettamente conservati con iscrizioni in latino e greco; tre coppe a figure nere di eta’ greca, un vaso da uno magno greco ed un vaso con occhio dipinto di epoca fenicio-punica. Le indagini sono state svolte sotto la direzione investigativa della Procura della Repubblica di Cagliari. Il reato di ricettazione è stato estinto per morte del reo.

Complessivamente dall’analisi dell’attività criminale riguardante il settore del patrimonio culturale, effettuata dai Carabinieri del Nucleo TPC di Cagliari comparando i dati statistici del 2020 con quelli dell’anno precedente relativi all’intera Sardegna, emerge un lieve aumento dei furti di beni culturali (da 3 a 6), dato che si attesta tra i più bassi a livello nazionale, un lieve aumento degli scavi clandestini (da 4 a 5), un aumento degli oggetti trafugati (da 10 a 122), un aumento del numero delle persone arrestate (da 0 a 7) e di quelle denunciate per reati inerenti la materia dei beni culturali (da 51 a 61), un notevole aumento dei reperti archeologici recuperati (da 451 a 1.120), un aumento degli immobili sequestrati per reati inerenti gli abusivismi edilizi o paesaggistici (da 0 a 2).

L’azione preventiva dei Carabinieri è stata dedicata in modo particolare ai siti web dedicati al commercio elettronico, sia in tema di materiale archeologico che di antiquariato e con riferimento all’arte contemporanea. Ben 1.472 beni culturali sono stati sottoposti a controllo nella Banca Dati Leonardo . Grazie al continuo monitoraggio dei siti internet specializzati, sono stati individuati all’estero diversi beni riconducibili al patrimonio culturale nazionale per cui sono in atto, grazie alla cooperazione internazionale di polizia, attività finalizzate al loro recupero ed al definitivo rientro in Italia.
Nello specifico, sono stati effettuati 25 sopralluoghi per l’accertamento dello stato di sicurezza di musei, biblioteche e archivi, 400 controlli di aree archeologiche, compreso il sito “Su Nuraxi” di Barumini, unico in Sardegna tutelato dall’Unesco, 200 verifiche in aree tutelate da vincoli paesaggistici e monumentali e 193 controlli a esercizi commerciali di settore.