“Costruire bombe non è lavoro”. Lo scrive il sindacato Css (Confederazione Sindacale Sarda) in una lettera aperta rivolta agli amministratori sardisti del Comune di Domusnovas.

Cari amici” inizia, “vorrei che insieme riflettessimo sui valori su cui si fonda la comune nostra fede sardista che affonda le radici in cento anni di storia da quando quei valorosi combattenti e reduci della prima guerra mondiale il 17 aprile del 1921 hanno fortemente voluto e fondato il Psd’Az, avendo vissuto sulla loro carne le morti, le amputazioni e le ferite causate dalle armi e dalle bombe nemiche sui monti e sulle trincee di tutta l’Italia”.

Il Psd’Az, prosegue la lettera, “che ha avuto come guida il capitano coraggioso ed intrepido Emilio Lussu, ha nel suo Dna i valori di pace e di ripudio della guerra, come sancito nell’art.11 della Costituzione Italiana, che lo stesso Lussu ha contribuito a scrivere come Padre Costituente. Vi chiedo se è possibile continuare a sostenere nel vostro territorio una fabbrica
di bombe, di strumenti certi di distruzione di massa, utilizzati dall’Arabia Saudita contro le popolazioni civili dello Yemen”. Bombe, scrive ancora il Css, che vengono utilizzate “per uccidere cittadini inermi, tra cui in maggioranza donne e bambini, oltre a distruggere case, ospedali e scuole in un territorio ridotto alla fame e alle più terribili malattie”.

Certo, spiegano, “difendere il lavoro ed i lavoratori è sacrosanto, ma ci impone l’imperativo etico di riflettere su quale lavoro. Ebbene, noi della Confederazione Sindacale Sarda, nata per difendere i lavoratori, lo sviluppo, il lavoro ed il benessere dei sardi e della Sardegna, siamo convinti che costruire bombe e strumenti di sterminio e di morte non è lavoro, in quanto il lavoro nella sua essenza deve costruire beni utili, promuovere vita e benessere alle persone e alle comunità”, termina la lettera.