Ancora niente vaccini per gli operatori e gli ospiti di alcune comunità per minori in Sardegna, nonostante la richiesta effettuata dalla comunità alloggio socio-integrata Casa Emmaus (che conta 6 minori con diagnosi psichiatrica) al commissario straordinario e ai massimi vertici dell’Ats, alla Procura dei minori, al Tribunale per i minorenni di Cagliari e all’Ufficio del Garante per l’Infanzia.

La Comunità ha chiesto, tramite una nota stampa scritta da suor Silvia Carboni, di vaccinare immediatamente gli operatori e i minori accolti in tutte le comunità della Sardegna entro 48 ore. “Questa decisione, seppur dolorosa, arriva dopo mesi in cui con diverse note abbiamo chiesto ripetutamente di inserire le comunità per minori nel piano vaccinale“, si legge nella nota di Casa Emmaus.

Una positività in comunità significa quarantena per i minori e per tutti i dipendenti, un dramma“, dichiara suor Silvia. “Nel nostro caso, con i due centri, ha significato per ben due volte da ottobre ad oggi, 60 persone in quarantena. Rischio focolaio? Altissimo. Ma nonostante in più sedi e in più occasioni sia stata evidenziata a chi di dovere la peculiarità della condizione delle comunità per minori, i vari organi istituzionali non hanno saputo dare una risposta efficace a tale problema. E in questo momento ci troviamo ad assistere impotenti al ‘grido di dolore’ della Responsabile della Comunità per minori di Aritzo che ha indetto lo sciopero della fame per sollevare l’attenzione delle Istituzioni e degli Organi di Stampa su tale realtà. Si tratta pertanto di una tipologia di servizio ad alto rischio di contagio considerata anche che la ‘prossimità relazionale’ è parte integrante del progetto educativo“.

Solo 2 settimane fa abbiamo appreso che minori e personale di molte delle comunità sono stati vaccinati e solo alcune comunità minori risultano escluse dal piano vaccinale. Al momento non è dato sapere in base a quale criterio ‘molte comunità’ sono state incluse nel piano vaccinale, e altre, soprattutto nel sud Sardegna, sono state escluse da tale piano, né comprese in nessuna programmazione” denunciano nella nota. In ogni caso, spiegano che se entro due giorni non verrà attivato il piano vaccinale richiesto, “si procederà alla dimissione di tutti i minori attualmente in carico all’Ats“. Inoltre, “non verrà accolto nessun minore, se non precedentemente vaccinato“, conclude la nota.