Ventisei anni fa, nel 1995, l’allora concessionario del Lido chiese e ottenne dalla Regione Sardegna l’autorizzazione per sistemare sulla battigia centinaia di sacchi di nylon pieni di sabbia per arginare il fenomeno di erosione della spiaggia. Oggi quei sacchi sono ancora lì, venuti alla luce dopo le mareggiate invernali: sono ben visibili da marzo, quando alcuni cittadini e cittadine ne hanno fatto segnalazione. Un disastro ambientale sotto i nostri occhi: la plastica si sta disfacendo e brandelli di nylon stanno finendo in mare e sull’arenile.

“A oggi nessuno ha provveduto al ripristino ambientale, mentre la Regione Sardegna, il Comune di Cagliari e l’attuale concessionario del Lido non si accordano su chi debba occuparsene – sottolinea Francesca Mulas, consigliera comunale, che sul tema ha presentato un’interrogazione. – Nel mentre tantissime persone ci chiedono cosa possono fare, la risposta è che i privati non possono fare nulla: i sacchi sono oggi rifiuti e come tali devono essere trattati, non basta la buona volontà dei singoli ma servono procedure precise per evitare danni ulteriori. E’ urgente dunque che enti e privati si siedano a un tavolo e si accordino per una soluzione rapida”.

“Preoccupa lo scaricabarile tra amministrazioni – così Francesco Agus, capogruppo in Consiglio regionale – comune, provincia, demanio e due assessorati regionali sembrano impegnati solo a sfuggire alle responsabilità. Si deve fare l’esatto contrario, serve un tavolo aperto con tutti gli enti coinvolti per elaborare una soluzione condivisa e immediata”.

“È necessario risolvere il problema quanto prima, preoccupa che dopo tutto questo tempo nessuno si voglia assumere la responsabilità e la situazione sia ancora immutata – nota Maria Laura Orrù, consigliera in Regione. – Per questo abbiamo anche fatto una richiesta di convocazione urgente della Commissione competente per dialogare con tutte le parti coinvolte e procedere con urgenza a bonificare l’area interessata”.

“Vergognoso che ancora oggi nessuna delle autorità preposte sia intervenuta e quei sacchi di nylon si trovino ancora sulla spiaggia – così Marco Benucci, consigliere comunale. – L’ambiente è un bene che dobbiamo tutelare perché abbiamo l’obbligo civile e morale verso le generazioni future.

L’iter dei sacchi di nylon al Poetto.

Secondo la ricostruzione del Gruppo di Intervento giuridico, che a marzo scorso ha inviato agli enti coinvolti due istanze di accesso civico e una segnalazione alla Procura della Repubblica, il 25 luglio 1995 l’Assessorato degli Enti Locali Finanza ed Urbanistica (competente sul rilascio delle concessioni sui beni demaniali) autorizzava il posizionamento dei sacchi di nylon per impedire che l’arenile venisse “trascinato via dalle ondate di risacca”.

Dal marzo 2021 a seguito delle mareggiate invernali i sacchi sono visibili. La loro presenza, segnalata da diverse persone, è stata accertata dai vigili della sezione Viglilanza ambientale del Comune di Cagliari e dalla Capitaneria di Porto; entrambi gli enti hanno richiesto l’intervento degli uffici regionali competenti.

maggio Carola Farci, insegnante cagliaritana e volontaria ambientalista, ha lanciato sul sito Change.org la petizione per chiedere la rimozione dei sacchi, petizione sottoscritta a oggi da oltre ventun mila persone.

Il Comune di Cagliari e la Regione Sardegna rispettivamente il 17 maggio e 3 giugno hanno inviato al concessionario dello stabilimento Il Lido una diffida per progettare e realizzare la rimozione dei sacchi di nylon e il ripristino ambientale. “In caso di mancato riscontro, mancato intervento o intervento non efficace – si legge nella nota della Regione Sardegna – si procederà con l’emissione di Ordinanza Sindacale”. Il termine è di 30 giorni, scadrà dunque nei prossimi giorni.

La pulizia e il ripristino ambientale in questo tratto di spiaggia sono urgenti: basta con gli scaricabarile. Il nostro Poetto è stato maltrattato abbastanza, non è giusto che subisca l’ennesimo scempio per mere questioni burocratiche”, concludono i consiglieri regionali e comunali.