“Sempre di più, si sta percependo che l’attività trapiantologica in Sardegna sia a forte rischio, già negli ultimi anni per un susseguirsi di scelte poco lungimiranti e una serie di fattori negativi abbiamo assistito ad una sofferenza crescente di questa attività strategica per l’intera popolazione Sarda – scrive in una nota la Uil Funzione Pubblica di Cagliari – la pregressa palese superficialità nell’utilizzo improprio di alcuni istituti contrattuali, pur se fortemente contestata, ha nel tempo deragliato verso una gestione, di dubbia legittimità, dei relativi fondi contrattuali”.

“Non bastasse, dal mese di maggio 2019, per rifugiarsi da eventuali responsabilità contabili, in modo unilaterale, sono state bloccate le indennità agli operatori del Brotzu, che da sempre hanno salvato la vita ai tanti pazienti in attesa di una lodevole donazione di un organo da parte di un’altra persona purtroppo irrimediabilmente deceduta – denuncia la Uil – ma nonostante ciò questi stessi stessi professionisti, pur non percependo quanto loro dovuto in base a dei precedenti accordi specifici, in questi quattordici mesi, con la caparbia abnegazione tipica degli operatori del Brotzu, hanno sempre garantito la continuità dei trapianti d’organo alla Sardegna intera”.

“Ma la pazienza, si sa, anche se enorme ha pur sempre una fine. Il tempo è abbondantemente scaduto! Altrimenti il nefasto rischio della paralisi dell’attività stessa è sempre più concreto ed imminente, l’epilogo è dietro l’angolo, infatti siamo giunti al punto in cui ogni qualvolta c’è la necessità di un prelievo d’organo e conseguente
trapianto, causa la mancata disponibilità di personale dedicato, si può porre la tragica prospettiva di dover individuare la priorità d’intervento tra Trapianto o normali attività in Urgenza-Emergenza che quotidianamente giungono al Brotzu”.

“Una tragedia da scongiurare col contributo di tutti, in tutti i modi e con tutti i mezzi, proprio in questi ultimi giorni stanno emergendo anche alcuni dati che forse meriterebbero un attento approfondimento – denuncia la Uil – negli ultimi tempi infatti, forse anche a seguito di specifici fondi, sono “inspiegabilmente” ed esponenzialmente aumentati “numeri” ed “età media” delle osservazioni propedeutiche al prelievo d’organo”.

“Naturalmente, di conseguenza, ci si aspetterebbe che, contestualmente, siano aumentati anche i numeri dei trapianti – prosegue il sindacato – attività questa che non si può gestire con sistemi autoritari, ricattatori e tanto meno all’insegna dell’improvvisazione continua, essa necessita invece di una pianificazione organizzativa, fuori dal normale orario di Lavoro, che preveda un rodato sistema operativo fortemente incentivante”.

“Con un pianificato modello di PROGETTO OBBIETTIVO specifico finanziato con fondi rigorosamente dedicati a tale attività in maniera netta e decisa, ma ciò può essere garantito solamente se anche la Regione fa la sua parte con un intervento finanziario
congruo e costante – incalza la Uil – intervento rigorosamente specifico per l’attività trapiantologica, non soggetto, pertanto, ad alcun condizionamento di sorta. Con coraggio, quindi, si ponga definitivamente fine a tale confusione generale, con collaudato spirito costruttivo per la tutela dei Lavoratori e il bene dei Pazienti e dei Cittadini la UIL ha
recentemente avanzato una proposta di regolamentazione dell’attività di Trapianti d’organo”.

“Ma, anche se puntualmente inviata a tutti gli organi competenti, assistiamo al solito silenzio più totale, tutto ciò appare quanto meno irresponsabile se non persino immorale.
Di fronte al numero crescente dei famigerati viaggi della speranza, non si risponde col silenzio – conclude la Uil – la politica tuteli realmente il benessere dei Sardi, riappropriandosi del suo ruolo di indirizzo Sanitario, con tutti i mezzi e senza indugio ulteriore, ponga subito rimedio a questo triste scenario assistenziale”.

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