“Assurdo pretendere che siano in regola con i versamenti contributivi proprio le imprese che chiedono aiuti economici per fare fronte ai danni provocati dal Covid. In molti, per le forti perdite subite, non sono stati in grado di versare i contributi previdenziali. Eppure molti sostegni economici sono vincolati alla regolarità del Durc. Considerate le dimensioni e la portata della crisi economica generata dalla pandemia, è indispensabile sospendere questo vincolo, almeno nel caso di micro imprese, tra le più colpite e le meno attrezzate ad affrontare la crisi, a condizione che siano state regolari nel periodo precedente all’emergenza”.
È quanto afferma il deputato Andrea Vallascas de L’Alternativa c’è che ha presentato un’interrogazione ai ministri dell’economia e delle finanze e del lavoro in merito al vincolo della regolarità contributiva richiesto per l’erogazione di contributi a imprese che hanno subito perdite a causa della pandemia. In particolare, il riferimento è alle misure previste con il DPCM del 24 settembre 2020 che riconosce ai Comuni fino ai 5.000 abitanti un fondo da impiegare per sostenere le piccole e micro imprese locali e contenere l’impatto dell’epidemia da Covid-19.

«Si tratta – spiega Vallascas – di cifre modeste che, però, possono significare molto per aziende che operano in piccole realtà e che nell’anno della pandemia hanno subito forti perdite. Il 2020 è stato un anno drammatico con ripercussioni negative sul tessuto economico del Paese. Il crollo del reddito d’impresa ha impedito a molte aziende di assolvere a diversi obblighi, tra cui, quelli relativi al versamento dei contributi previdenziali. È assurdo che, adesso, proprio i sostegni chiesti per fare fronte ai danni economici causati dal Covid siano vincolati alla regolarità contributiva”.

«I fondi previsti dal DPCM – prosegue – sono gestiti dalle Amministrazioni comunali che, su disposizioni normative, tra le altre cose, prima di erogare il contributo devono verificare la regolarità del DURC. In caso di posizione contributiva non regolare, i Comuni sospendono temporaneamente il contributo e, se la posizione non viene sanata, procedono d’ufficio con un’azione sostituiva all’INPS versando il contributo spettante direttamente all’ente”.

“Considerate le dimensioni e la portata della crisi economica generata dalla pandemia, questi aiuti sono rivolti a una molteplicità di aziende del Paese, con particolare riguardo alle piccole realtà locali che rischiano di essere ulteriormente penalizzate perché escluse da misure di sostegno studiate espressamente per loro”.

“Nell’ottica di un coerente ed effettivo sostegno alle imprese – conclude Vallascas – sarebbe opportuno prevedere una sospensione temporanea del vincolo della regolarità contributiva per ottenere ristori, contributi, sussidi etc., a condizione che le imprese interessate abbiano un numero di addetti inferiore a 10 e siano in regola per il periodo precedente all’emergenza pandemica”.

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