Il trio di John Patitucci si esibirà venerdì 23 luglio a Capoterra, nella cornice dell’anfiteatro del Parco Urbano e per l’appuntamento, proposto dalla cooperativa Forma e Poesia nel Jazz, (organizzatrice dell’omonimo festival che dal 23 al 26 settembre vivrà nel capoluogo sardo la sua ventiquattresima edizione) con il patrocinio del Comune di Capoterra e in collaborazione con l’associazione DreamWalk Sound, è già tutto esaurito.

I riflettori si accenderanno alle 21 e John Patitucci, che capeggerà un super trio composto da altri due nomi di primo piano della scena musicale statunitense, il sassofonista Chris Potter e il batterista Brian Blade, e inaugureranno l’estate di ‘Forma e Poesia nel Jazz’, che culminerà con il festival in programma a Cagliari dal 23 al 26 settembre. Ma prima, altri appuntamenti da non perdere attendono il pubblico di FPJ, come quello con il duo Musica Nuda della cantante Petra Magoni e del contrabbassista Ferruccio Spinetti, atteso sempre nel capoluogo sardo, all’Auditorium del Conservatorio, il 19 settembre: una serata che vedrà anche la partecipazione della giovanissima Frida Bollani Magoni, figlia d’arte che compirà diciassette anni proprio il giorno prima. I biglietti per il concerto, a 23 euro (più diritti di prevendita) sono già in vendita sul circuito Box Office Sardegna.

Nato a Brooklyn, New York, nel 1959, nel corso della sua carriera John Patitucci ha legato le corde del suo strumento a musicisti del calibro di Chick Corea, Wayne Shorter, Stan Getz, Herbie Hancock, Pat Metheny, Wynton Marsalis, Joshua Redman, Michael Brecker, McCoy Tyner, Freddie Hubbard, Tony Williams, Hubert Laws e Hank Jones, tra gli altri; e poi, fuori dall’ambito jazzistico, Sting, Astrud e Joao Gilberto, Joni Mitchell, Carole King, Milton Nascimiento. Patitucci ha iniziato a suonare il basso elettrico all’età di dieci anni, quello acustico a quindici e il pianoforte a sedici. Musicista eclettico, passato rapidamente dal soul e rock al blues, al jazz e alla classica, si è spinto a esplorare tutti i tipi di musica sia come strumentista che da compositore. Dal 1985, la sua collaborazione con Chick Corea gli ha guadagnato consensi in tutto il mondo e un posto di primo piano sulla scena jazzistica, come certificano quindici nomination e due Grammy Awards. Come compositore, dopo aver esplorato stili diversi sui suoi dischi e su quelli di Chick Corea, è stato incaricato di scrivere per vari gruppi e solisti di musica da camera, come il Turtle Island String Quartet, il violista Lawrence Dutton dell’Emerson String Quartet, la virtuosa del pianoforte Ann Schein e il quartetto d’archi Elements, tra gli altri. Nel 2000 ha ricominciato a girare con il quartetto di Wayne Shorter (col quale aveva anche registrato per il disco “Phantom Navigator”, nel 1986), con Brian Blade alla batteria, che comparirà pure in seguito in formazioni come lo stellare quintetto Directions in Music guidato da Herbie Hancock con il compianto Michael Brecker al sax e Roy Hargrove alla tromba; o come sulle tracce dell’album “Remebrance” (nominato per un Grammy Award nel 2009), il tredicesimo da leader nella discografia di Patitucci, e nel successivo “Brooklyn” con l’Electric Guitar Quartet.

Classe 1970, Brian Blade ha avuto i primi contatti con la musica tramite il gospel. A nove anni inizia a studiare violino che però abbandona presto a favore della batteria, per appassionarsi poi al jazz, ai tempi del liceo. Diciottenne, si trasferisce a New Orleans dove studia e suona con la maggior parte dei musicisti locali. Nel 1997 forma la Fellowship Band con cui ha pubblicato il suo album di debutto nel 1998, seguito da “Perceptual” (nel 2000), “Season of Changes” (2008), “Landmarks” (2014) e l’ultimo “Body and Shadow” (2017).

Nato a Chicago nel 1971, anche Chris Potter, ha cominciato a interessarsi alla musica già da piccolo, padroneggiando molto presto diversi strumenti, tra cui la chitarra e il pianoforte, per votarsi infine al sassofono. Nel 1993 ha iniziato una lunga serie di collaborazioni che lo porteranno a suonare con musicisti del calibro di Paul Motian, Ray Brown, Jim Hall, James Moody, Dave Douglas, Joe Lovano, Wayne Krantz, Mike Mainieri, Steve Swallow, Steely Dan, Dave Holland, Joanne Brackeen, Patricia Barber, Marian McPartland, la Mingus Big Band, tra gli altri, oltre a incidere album a proprio nome – quindici come leader – e ad apparire in oltre cento come sideman. Grazie alle sue eccellenti abilità tecniche, alla versatilità con cui affronta diverse situazioni musicali e al suo approccio alla musica innovativo, Chris Potter è considerato uno dei migliori sassofonisti jazz viventi.

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