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Nonostante il parere contrario della popolazione, degli enti locali e della Regione  sarda, la Sogin non sembra aver abbandonato il progetto di realizzare nell’isola il famigerato sito unico per le scorie nucleari. Ieri la società di Stato delegata alla scelta del deposito per i rifiuti radioattivi ha pubblicato sui quotidiani nazionali e su quelli delle regioni coinvolte la Carta nazionale delle aree potenzialmente idonee. L’avviso – pubblicato anche sui due maggiori quotidiani cartacei sardi, l’Unione Sarda e La Nuova Sardegna – è uno degli ultimi passaggi di una procedura che si concluderà a settembre con un lungo seminario di approfondimento degli aspetti tecnici legati alla realizzazione del deposito che terminerà il prossimo 24 novembre.

Il fatto che l’avviso sia stato pubblicato anche sui quotidiani sardi denota una caparbia volontà della Sogin di bypassare l’opposizione della Regione Sardegna che, nella prima fase di consultazioni pubbliche conclusa lo scorso 5 luglio, ha già allegato al suo netto diniego un dettagliato parere con le motivazioni per cui il sito non può essere realizzato in Sardegna.

Nel lungo seminario online le regioni avranno comunque modo di esprimere ulteriormente le proprie ragioni e presumibilmente la Sogin esporrà anche i benefici economici offerti in contropartita ai territori che accetteranno di ospitare il deposito. Dopo la conclusione del procedimento, a novembre, ulteriori valutazioni potranno essere inviate solo da soggetti portatori di interessi qualificati entro i successivi trenta giorni. Dopo di che, alla fine dell’anno, sarà decretata l’ubicazione finale del sito. Anche se per la verità i sardi hanno già deciso da tempo. Non si farà in Sardegna.

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