Spiaggia Is Arutas - Sinis. Credits: Juris Saulkalns.

“I nordeuropei sono particolarmente inclini a riempire i loro camper con bottiglie di plastica riempite di sabbia, ognuna etichettata con il nome della spiaggia da cui sono stati rubati i preziosi grani”. Anche il Guardian, prestigioso quotidiano britannico, parla del saccheggio delle spiagge sarde ad opera dei turisti.

In un articolo a firma Angela Giuffrida dello scorso 13 agosto si ricordano i casi più eclatanti dei furti di sabbia e conchiglie nelle spiagge isolane avvenuti negli ultimi anni, nonostante dal 2017 sia illegale portare via sabbia, conchiglie e ciottoli dall’isola: dalla sabbia fossile delle spiagge del Sinis, che contiene quarzo bianco e rosa prodotto dall’erosione delle rocce, a quella rosa dell’isola di Budelli (“prima che i visitatori venissero esclusi dalla spiaggia a metà degli anni ’90, il furto di sabbia era un evento normale”).

“Le multe vanno dai 500 ai 3.000 euro – si evidenzia nell’articolo – mentre chi viene sorpreso a tentare di lasciare l’isola con quantità significative rischia il carcere”.

Uno degli episodi più eclatanti – ricorda il Guardian – è quello di una coppia francese trovata in possesso di ben 40 chili di sabbia contenuti in quattordici grandi bottiglie di plastica nel bagagliaio dell’auto mentre stava per imbarcarsi sul traghetto che l’avrebbe riportata a casa.

“La coppia voleva la vera sabbia sarda per decorare l’acquario”, rammenta Carlo Lazzari, comandante della Guardia di Finanza di Olbia, ricordando che quello è stato il caso più sconvolgente avvenuto fino ad oggi nell’isola

“I colpevoli, per la maggior parte, sono stranieri che non possono resistere a portare a casa la sabbia sarda come ricordo, o per l’uso negli acquari o a scopo di vendita online”. spiega il quotidiano britannico che, oltre Lazzari, che gestisce un’unità speciale delle Fiamme Gialle che monitora gli aeroporti dell’isola, intervista altri protagonisti di questa strenua battaglia per la tutela delle spiagge sarde, la cui domanda su internet è purtroppo molto alta: Franco Murru, presidente dell’Associazione Sardegna rubata e depredata, gruppo di volontari che dal 2015 denuncia pubblicamente gli episodi di furto di sabbia e trascorre la maggior parte dell’inverno a rifornire le spiagge da cui sono stati prelevati i grani; Andrea Abis, sindaco di Cabras, in prima linea nella difesa delle spiagge di quarzo del Sinis; Tommaso Gamboni, direttore del mineralogico e faunistico di Caprera, isola vicino a Budelli, sono esposti campioni di sabbia.

Su questo tema vedi anche la provocatoria proposta del giornalista Alberto Pinna per punire gli autori di questo inqualificabile saccheggio della terra sarda.

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