Storica impresa per il nuotatore cagliaritano Corrado Sorrentino che ieri ha compiuto per la prima volta nella storia il periplo dell’isola di San Pietro a nuoto. Sorrentino, accompagnato dalla barca del suo team, è partito all’alba dalla spiaggia della Caletta per ritornare nel primo pomeriggio dopo aver percorso i circa 33 chilometri costieri dell’isola.
L’impresa, supportata dal comune di Carloforte e sponsor privati, fa parte dell’Amelia’s Swimming Marathon, iniziativa benefica dedicata alla figlia dell’atleta, Amelia, tragicamente scomparsa qualche anno fa per una malattia rara e implacabile, che ha lo scopo di raccogliere fondi destinati ai reparti pediatrici dell’ospedale Brotzu di Cagliari e alla ricerca scientifica rivolta allo studio, prevenzione e cura di patologie infantili e malattie pediatriche (in particolare la patologia di volvolo intestinale).
Nella spiaggia della Caletta è stato allestito l’Amelia’s Charity Village, una sorta di villaggio sportivo in cui la finalità benefica era coniugata con quella di avviare alle attività sportive i ragazzi.
Oltre che dal Comune di Carloforte, la manifestazione organizzata dall’associazione Amelia Sorrentino Odv era patrocinata, tra gli altri, dalla Lega Navale e dalla Capitaneria di Porto.
“Per la prima volta non so bene cosa dire, sento così forte l’emozione che ancora mi viene da piangere come ho fatto pensando ad Amelia mentre entravo nel piccolo golfo della Caletta – scrive Sorrentino sul suo profilo fb -, le lacrime dentro gli occhialini, un urlo liberatorio, la carovana di barche che mi scortava, i miei ragazzi che esultavano felici per il nostro obiettivo che stava per essere raggiunto.
Alla fine la vita che cosa è? Emozione, a volte triste e dolorosa, a volte così intensa che è la linfa per restare vivi. È stato un viaggio bellissimo, un sogno per meglio dire, con lei nel cuore, nel sangue, negli occhi che ammiravano lo spettacolo sott’acqua. Voglio ringraziare di cuore Amelia per avermi dato questa opportunità, il mio staff per aver creduto in me, la comunità carlofortina per avermi accolto come uno di casa, i miei genitori per avermi fatto così tenace, gli amici che mi hanno sostenuto arrivando da Cagliari con orari impossibili e tutti gli amici di Carloforte che hanno scelto di sacrificare la loro domenica per me e per Amelia. Sono esausto, ma felice!”
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